Gnocchi di patate con limone e cumino tostato

Ñoquis de Patata con Limón y Sésamo Tostado
Cocinero: Paolo Lopriore
País: Italia
Localidad: 53100 Siena
Dirección: Strada di Certosa, 82
(+39) 0577288180

Paolo Lopriore esprime con questo piatto la sua enorme personalità e alcune delle qualità che lo distinguono. Ad esempio, la sua filosofia: “meno è più”; sono bastati due tocchi, limone e sesamo tostato, per visualizzare uno splendido arcobaleno gustativo. Forti sensazioni contrapposte che confluiscono negli gnocchi, che le mitigano. Un abbinamento elettrizzante che fa scintille nel palato. Con una forte carica italiana. Umiltà, naturalezza, essenzialità, audacia,... una formula che si colloca al di sopra del tempo e dei gusti. Il niente trasformato nel tutto. Geniali.



La Receta



Ingredienti

  • 6 patate grosse
  • 1 kg di sale grosso
  • 1 limone sotto sale
  • 240 g di cumino tostato
  • 150 g di panna fresca
  • Sale e pepe
  • Olio extravergine d’oliva
  • 50 g di farina
  • 80 g di fecola
  • 1 rosso d’uovo

Elaborazione

Cuocere le patate, dopo averle ben lavate, su di una placca cosparsa di sale grosso, in forno a 180° per 20 minuti.



Ravioli à l’huile d’olive vierge extra, jus d’anchois et câpres de pantelleria servies avec une sauce à la tomate fraîche

Ravioli à l’huile d’olive vierge extra, jus d’anchois et câpres de pantelleria s
Caino
Cocinero: Andrea Menichetti
País: Italia
Localidad: 58050 Montemerano
Dirección: Vía Canónica, 3
(+39) 0564602817

Con questo piatto Andrea Menichetti ha vinto il I Premio Internazionale di Cucina con Olio Vergine d’Oliva “Jaén, paraíso interior”. Questa creazione si è trasformata nella bandiera del ristorante e costituisce un’esaltazione dei sapori più caratteristici d’Italia. La pasta s’imbeve di olio vergine d’oliva e ne proietta il gusto immacolato. Evoca il pane e olio. Anche il pane inzuppato di olio e pomodoro. Trasmette l’untuosità del grasso vegetale, qualche goccia si sente, corre per la bocca, sotto forma di essenza squisita. La sua grandezza è tale che questa ricetta ha già fatto il giro del mondo.



La Receta



Ingredienti

PER IL RIPIENO

  • Olio extra vergine di oliva 200gr
  • Addensante micri 150 gr
  • Colatura di alici 24 gr
  • Capperi Ammollati 12 gr
  • Aglio 1 gr
  • Alici 4 gr

PER LA PASTA

  • Uova 2
  • Farina 00 120gr
  • Farina di semola di grano duro 120 gr
  • Oio extra vergine di oliva 1 cucchiaio
  • Sale QB

PER LA SALSA DI POMODORO FRESCO

  • Pomodori con polpa spessa 1kg


Tagliatelle con ragù e tordo allo spiedo

Tagliatelle con ragù e tordo allo spiedo
Uliassi
Cocinero: Mauro Uliassi
País: Italia
Localidad: 60019 Senigallia (An)
Dirección: Banchina di Levante
(+39) 07165463

È un paradosso che nel ristorante di Mauro Uliassi, che si dedica anima e corpo a pesci e frutti di mare, e che solo in modo veramente eccezionale offre qualche proposta di carne, sia proprio una di queste ultime che ci abbia colpito di più nel nostro ultimo pranzo nell’attraente stabilimento situato sul mar Adriatico.

Si tratta di una formula in cui confluiscono la pasta, in cui lo chef è un maestro (utilizza, per esempio, la Linea Farro di Latini, le linguine “Gerardo Di Nola”; sempre primissime marche, che cuoce con estrema precisione e illustra in modo antologico), i murici, un boccone di mare profondo e affascinante e i tordi, un cibo proibito che rimpinza di squisitezza selvatica. Non c’è niente di meglio.



La Receta



Ingredienti

  • 320 g di tagliatelle*
  • 3 dl di sugo ai murici*

Elaborazione

Cuocere le tagliatelle in abbondante acqua con sale per 1 minuto e mezzo in modo che rimangano abbastanza croccanti e dargli una consistenza cremosa mescolandole bene con il sugo ai murici.
Distribuire le tagliatelle in 4 piatti cupi.

 



Moscardini alla Griglia

Chipirones a la Parrilla
Elkano
Cocinero: Pedro Arregui
País: España
Localidad: 20808 Getaria (Guipúzcoa)
Dirección: C/ Herrerieta, 2
(+34) 943140614

Commento

La griglia non è aliena all’attuale boom dell’alta cucina. In un periodo gastronomico chiaramente anticonformista, agli albori del terzo millennio, in cui innovare e perfezionare marca la differenza tra essere e non essere, il più arcaico e primario dei piatti, l’arrosto sulla fiamma, prende parte ai grandi principi di quest’epoca d’oro che stiamo attraversando, e che non avremo mai sognato.

Come un Adrià e un Berasategui, s’innalzano i nomi di Pedro Arregui e Víctor Arguinzoniz, che hanno incorporato nuovi piatti alla brace. Nel caso del ristorante Elkano, di Getaria (Guipúzcoa), con una leggendaria traiettoria di oltre 40 anni, in cui spicca per virtuosismo il rombo, si devono segnalare anche la nuca di merluzzo, le vongole veraci e, recentemente, le kokotxas (gole di merluzzo) e i moscardini.

La sua evoluzione ha comportato l’adeguamento degli strumenti che permettessero il trattamento di questi ingredienti sul carbone, “pesciaiole di nuovo conio”. Nel caso dei cefalopodi, due piccole griglie parallele e piatte, con un centimetro di separazione tra l’una e l’altra e fissate dal lato opposto al manico. Si colloca l’ordigno in prossimità della brace, a circa dieci centimetri di distanza e a fuoco vivo, poiché ad essere vivande di volume ridotto richiedono un colpo di calore e un’aromatizzazione esterna, con appena una filtrazione di temperatura all’interno delle carni.

Le dimensioni dei moscardini dipenderanno dall’epoca e dal mercato. Se è possibile scegliere, sono migliori quelli da mangiare in due bocconi, di circa sei o sette centimetri. Se ciò non fosse possibile, si dovranno cercare quelli un po’ più grandicelli, da mangiare in tre o quattro bocconi, più saporiti e consistenti di quelli minuscoli, infinitamente più appetitosi e di maggiore etica ecologica, che superano i due minuti per lato al calore della legna di quercia, in totale quattro minuti, secondo i fattori citati. Sono accompagnati da una salsa nera elaborata con cipolla, aglio, calamari grandi e il loro inchiostro.



La Receta





Cappelli in brodo piccante ai frutti di mare

Cappelli en sopa picante a los frutos de mar
La Peca
Cocinero: Nicola Portinari
País: Italia
Localidad: 36045 Lonigo
Dirección: Via Giovanelli, 2
(+39) 0444830214

Nicola Portinari personifica la ponderazione. Si prospetta l’armonia come obiettivo e risultato. Ecco qua un esempio nella cui formulazione appare un po’ di tutto: immaginazione, armonia, complessità, bellezza, squisitezza, potenza, equilibrio. La mente e il palato si esprimono come una bilancia infallibile. Sapori rinnovati con memoria storica. Italianissimo. La pasta come filo conduttore di caratteri molto definiti: amarezza, piccante, iodio, dolcezza, un tocco carneo… e l’onnipresente cicoria di Treviso, che si manifesta cruda, sbiancata e disidratata. Non si può futurizzare con maggior talento il paesaggio del Veneto.



La Receta



Ingredienti
Per la pasta:

  • 225 g di farina
  • 75 g di farina di semola
  • 80 g di tuorlo d'uovo
  • 120 g di uova intere
  • sale

Per la farcia:

  • 300 g di radicchio di Treviso
  • 25 g di strutto di maiale
  • 25 g di pancetta trita
  • 1 spicchio d’aglio
  • 15 ml di vino bianco secco
  • sale e pepe
  • olio extravergine d'oliva

Per la zuppetta di frutti di mare:

  • 8 calamaretti spillo
  • 4 fasolari aperti e puliti
  • 4 tartufi di mare aperti e puliti
  • 30 vongole veraci aperte e pulite
  • 30 lupini aperti e puliti
  • 200 ml di acqua di cottura dei mitili
  • 1 g di peperoncino calabrese
  • aglio

Elaborazione
Per la pasta all'uovo:

Miscelare le due farine con il sale e impastare con i tuorli e le uova, sino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Lasciar riposare in frigo per circa un paio d'ore.

Per la farcia:

Lavare e asciugare il radicchio, tagliare una julienne sottile (se il radicchio ha una nota troppo amara, prima di tagliarlo lasciarlo in ammollo in acqua tiepida e zucchero per circa due ore).
In una padella sciogliere lo strutto e la pancetta con un filo d'olio e lo spicchio d'aglio, scottare il radicchio tenendone da parte 50 g, bagnare con il vino rosso, far evaporare, aggiustare di sale e pepe, raffreddare e asciugare il radicchio dall'acqua di cottura.

Per i cappelli:

Tirare la pasta sino ad ottenere una sfoglia spessa un millimetro, tagliarne dei dischi di circa 6 cm di diametro.
Al centro dei dischi mettere un cucchiaino di farcia, bagnare leggermente i bordi, quindi chiudere il cappello.

Preparazione del piatto:

In una padella d'acciaio con un filo d'olio, uno spicchio d'aglio e il peperoncino, rosolare leggermente i calamari spillo, quindi versare l'acqua di cottura dei frutti di mare. In acqua bollente e salata cucinare per due minuti i cappelli, tuffarli nella padella con il brodo caldo e aggiungere i frutti di mare.
In una fondina fare un letto con il radicchio crudo, disporre a piacere dieci cappelli, con i relativi frutti di mare, bagnare il tutto con la zuppetta e decorare con delle punte di radicchio seccate precedentemente in forno a 120 °C per un paio d'ore.



Tonnina con costra e intingolo della propria pelle

Tonnina con costra e intingolo della propria pelle
Arzak
Cocinero: Juan Mari Arzak
País: España
Localidad: 20015 San Sebastián (Guipúzcoa)
Dirección: Avda. José Elosegui, 273
(+ 34) 943285593

Ad eccezione del baccalà, Juan Mari Arzak ha sempre coltivato i grandi pesci e i frutti di mare su cui si è storicamente basata la cucina basca. Ha sempre avuto una grande passione per il merluzzo, il txangurro (grancevola), i calamaretti ... e la tonnina. Prodotti con cui ha ottenuto risultati emozionanti, ricreando con forme spettacolari sapori ancestrali, però impregnati di sofisticazione.

Nella stagione estiva, da giugno a ottobre, arriva ad offrire tre grandiose proposte. La più leggendaria è la ventresca con santoreggia e spina mentolata. Nel 2004 è stata incorporata la ricercata e saporitissima insalata di tonnina con patata affumicata, ruchetta, foglie di bietola, salsa di orzo e bietola e salsa di olive con caffè, e questa ricetta premiata che sprizza originalità e dei sapori forti e contrastati, ma perfettamente combinati. Il suo maggiore merito risiede nelle salse. Da una parte appare quella di cetriolini, fresca, viva, stirata, verdastra, con un sapore impressionante per la partecipazione di sugo di melone, prezzemolo e pane, oltre ai cetriolini. Dall’altra, senza togliere neanche un pizzico di valore alla prima, sensazionale, diventa obbligatorio considerare come principale la seconda, che viene presentata in un intingolo denso e a guisa di crosta del pesce. La salsa viene preparata con le pelli fritte e tritate della tonnina, cipolla abbrustolita evitando che diventi amara, mandorle, pomodoro, pane, aceto di Modena e olio d’oliva; si ottiene un impasto di consistenza fina, che va nel piatto. Con questa salsa si unge la tonnina su entrambi i lati e s’impregna leggermente con arachidi ridotte in frammenti molto minuti. Si salta brevemente su un lato e sull’altro, in modo che rimanga cruda e calda al centro e “bruciacchiata” all’esterno.



La Receta



Tonnina alla brace di scaglie e cipolla
Ingredienti

Per 4 persone



Cremosa tiepidezza di fegati di piccione di Bresse alla brace con legumi, semi, bacche e frutti germinati

Cremosa Tibieza de hígados de pichón de Bresse a las brasas con legumbres, semil
Quique Dacosta Restaurante
Cocinero: Quique Dacosta
País: España
Localidad: 03700 Dénia (Alicante)
Dirección: Las Marinas, km. 3
(+34) 965784179

Quique Dacosta, dopo essere stato nominato Cuoco dell’Anno nell’edizione del 2001, ha ottenuto a trent’anni due mete storiche nella sua carriera professionale: l’eccellente e che due delle sue creazioni abbiano meritato il titolo di Piatto dell’Anno. È che l’evoluzione, la superazione costante che si veniva apprezzando nella sua attività da molto tempo è culminata in un salto qualitativo che lo colloca tra i più grandi. Ripetiamo, perché rimanga ben chiaro, che fa già parte dell’olimpo culinario.

La sua capacità di ricerca, su consiglio del Congresso Lo Mejor de la Gastronomía, che aveva proposto il tema a tutti gli chef che figurano nella guida, l’ha portato a pensare e a plasmare una delle poche grandi ricette che su germinati ci sono nel mondo. Senza riferimenti, ha disposto una ricetta riflessiva e sfavillante, che constata un modo di essere sensato, temperato, compassato… ma allo stesso tempo ambizioso, idealista e vincente, in cui intervengono quinoa biologica, lenticchie verdi di Puy, lenticchie nere, soia verde, bacche di fieno greco, semi di ravanello e di asparagi bianchi che vengono, ad eccezione di questi ultimi, tutti profumati alla brace di aneto. Sensazioni vegetali che si apprezzano nel piatto disposte su un consommé coagulato di pancetta affumicata. Tra i germinati appaiono delle scaloppe al sangue di fegato di piccione di Bresse e anche delle scaglie di cioccolato fondente. Si ricopre e si avvolge quindi il tutto con un velo di pancetta affumicata e una gelatina, che funge da filo conduttore della ricetta, svolgendo le funzioni di un sugo raffinato e traslucido che rafforza il gusto dei vegetali e contrasta con la freschezza di questi, producendo anche una diversità di consistenze. Il tutto si serve tiepido e con degli ultimi ornamenti: germogli di asparagi, erba cipollina e scaglie di sale.



La Receta



Germinati:
Ingredienti

  • 250 g di lenticchie di Puy verdi
  • 250 g di lenticchie nere (Lens culinaris)
  • 250 g di soia verde (Glycine max.)
  • 100 g di semi di ravanelli (Raphunus sativus)
  • 250 g di fieno greco (Trigonella foenum-graecum)
  • 50 g di semi di lino (Linum usitatissimum)
  • 15 g di semi di senape (Sinapis alba)

Elaborazione

Questi prodotti si possono elaborare utilizzando diversi metodi che ci facilitino il lavoro, l’importante è garantire il contatto umido con il prodotto durante 48 ore in un posto fresco e privo di luce: soltanto così si troverà in delle condizioni ottime.
Poi, secondo il tipo di germoglio, avremo bisogno di un grado maggiore o minore d’umidità: per esempio, dobbiamo mettere a bagno la soia verde durante 12 ore, quindi sgocciolare bene e procedere successivamente alla germinazione come per il resto delle piante.
Sarebbe conveniente cercare e utilizzare dei germinati biologici, i quali sono molto più sani e hanno un sigillo di garanzia di qualità.
Nel momento di portare il piatto ai commensali, adagiamo i germinati in un colino d’acciaio, li avviciniamo alla brace di ginepro e li temperiamo idratandoli con i ritagli del brodo di pancetta rappresi e 1 g d’olio d’oliva leggero.
Per ogni commensale abbiamo bisogno di 30 g di germinati variati.
La proporzione per commensale corrisponde alla proporzione che abbiamo fatto germinare. Cerchiamo soprattutto l’armonia di tutti i germinati e non il monopolio gustativo che ci può dare uno di loro a causa della sua potenza odorifera e di sapore, e perciò lo dosiamo affinché diventi complemento degli altri e non protagonista.

 

Le quinoa a un processus de germination différent, car c’est lors de sa cuisson que le germe surgit. À partir de ce moment, on l’enrichit avec le poireau poché dans l’huile d’olive, on mouille avec le bouillon doux de canard, on cuit le quinoa pendant 15 minutes à feu doux, on passe et on laisse reposer jusqu’au service. Ensuite, on sale à point. Il faudra compter 25 g de quinoa par personne. Saupoudrer de truffe noire hachée très menu et de sel gris de Guérande lors du service.

Ingredienti

  • 100 g di porri, soltanto la parte bianca
  • 20 g d’olio d’oliva leggero
  • 150 g di quinoa verace biologica (Chenopodium quinoa Willd.)
  • 500 g di brodo d’anatra “base”

Elaborazione

La quinoa ha un processo di germinazione diverso, giacché solo quando si cucina le spunta il germoglio. Dopo, la possiamo arricchire con i porri che abbiamo fatto rosolare nell’olio d’oliva e bagniamo il tutto con il brodo leggero d’anatra, facciamo cuocere durante 15 minuti a fuoco lento, coliamo e lasciamo riposare fino al momento di portare il piatto ai commensali. Quindi aggiungiamo del sale quanto basta.
Avremo bisogno di 25 g di quinoa per commensale. Spolveriamo un po’ di tartufo nero tritato molto fine e del sale grigio di Guérande al momento di servire.

 

Per i semi d’asparagi bianchi:
Ingredienti

  • 100 g di semi d’asparagi bianchi

Elaborazione

Anche se non avevo una grand’esperienza nel mondo dei germinati nel momento iniziale della creazione di questo piatto, quando ho avuto questi semi fra le mani ho pensato subito agli asparagi che vedevo raccogliere nelle rive del fiume Tiétar, dove sono nato. Ciò che c’era lì all’epoca erano degli enormi solchi di sabbia dove gli asparagi crescevano riparati dal sole. A partire da quel ricordo, abbiamo pensato bene di creare un orto di germinati d’asparagi bianchi che, invece di essere piantati nella terra, sarebbero stati depositati con estrema delicatezza fra dei fiocchi di cotone.
Il processo di crescita è identico a quello del resto dei germinati: 48 ore fra dei fiocchi di cotone bagnato in un posto fresco e privo di luce.
Questi germinati sono serviti crudi nel piatto, senza essere riscaldati ne conditi (4 o 5 per piatto).

 

Per il brodo di pancetta affumicata:
Ingredienti

  • 100 g di cipollotti (Allium cepa)
  • 100 g di porri, soltanto la parte bianca (Alliun porrum)
  • 25 g di carote (Daucus carota)
  • 3 funghi champignon
  • 700 g di pancetta affumicata “Joselito”
  • 3 l d’acqua

Elaborazione

Facciamo rosolare a fuoco lento la pancetta e le verdure e, quando sono lievemente dorate, bagniamo con l’acqua e facciamo cuocere, portando appena ad ebollizione, durante 45 minuti. Coliamo, lasciamo riposare e chiarifichiamo. Aggiungiamo del sale q. b. e conserviamo per fare il velo e la base del piatto.

Per il velo e la base gelatinizzata:
Ingredienti
PER LA BASE DEL PIATTO

  • 250 g di brodo di pancetta finito
  • 1 g d’agar-agar

PER IL VELO

  • 600 g di brodo di pancetta finito
  • 2,5 g d’agar-agar
  • 1 foglio di gelatina di 2 g

Elaborazione

Mischiamo a freddo e portiamo ad ebollizione, coliamo e distribuiamo 30 g di brodo per commensale in un piatto lievemente concavo. Aspettiamo che il brodo si rapprenda e, quando arriva il momento di portare a tavola, temperiamo nel forno durante 1 minuto.

A freddo, mischiamo l’agar-agar e il brodo in modo ottimo, portiamo ad ebollizione e, fuori del fuoco, aggiungiamo il foglio di gelatina precedentemente idratata. Coliamo e spalmiamo in delle piastre larghe, ottenendo una superficie di circa 2 mm (lo spessore dipende dalle dimensioni della piastra). Lasciamo riposare e solidificare e, con l’aiuto di un tagliapasta, ritagliamo delle circonferenze che, per facilitare il nostro lavoro, conserveremo fra dei pezzi di carta. Al momento di servire, copriamo l’insieme e temperiamo nella salamandra.

Per i fegatelli di piccione:
Ingredienti

  • 12 fegatelli di piccione molto freschi (nella stagione di caccia utilizziamo fegatelli di colombo)
  • 1 l di latte
  • Sale

In più:
Ingredienti

  • Sale Maldon
  • Erba cipollina tritata
  • Scaglie di cioccolato amaro

Elaborazione

 

PRESENTAZIONE NEL PIATTO:

Per la presentazione di questo piatto dobbiamo eseguire una serie di passaggi ben distinti:
Prima temperiamo il piatto nel forno a 120 ºC e nel frattempo riscaldiamo la quinoa e temperiamo alla brace di ginepro i germinati. Adagiamo i germinati e la quinoa nella base del piatto con il brodo di pancetta affumicata solidificato che avevamo messo da parte precedentemente. Sulla quinoa, adagiamo le fette di fegato di piccione, poi i germinati, le scaglie di cioccolato amaro e, per ultimo, il velo. Temperiamo il piatto nella salamandra e adagiamo i germinati d’asparagi sul velo con alcune scaglie di sale.
Si tratta di un piatto tiepido e perciò, al momento di servire, non deve superare i 40 ºC.
 



Kokotxas alla griglia

Kokotxas a la parrilla
Elkano
Cocinero: Pedro Arregui
País: España
Localidad: 20808 Getaria (Guipúzcoa)
Dirección: Herreria, 2
(+34) 943140614

La griglia non è aliena all’attuale boom dell’alta cucina. In un periodo gastronomico chiaramente anticonformista, agli albori del terzo millennio, in cui innovare e perfezionare marca la distanza tra l’essere e il non essere, il più arcaico e primario dei piatti, l’arrosto alla fiamma, prende parte ai grandi inizi di quest’epoca d’oro che stiamo attraversando, e che non ci saremo mai sognati.

Come un Adrià e un Berasategui, svettano i nomi di Pedro Arregui e Víctor Arguinzoniz, che hanno incorporato nuove vivande alla brace. Nel caso dell’Elkano, a Getaria (Guipúzcoa), che culmina una leggendaria traiettoria di più di 40 anni, in cui spicca per virtuosismo il rombo, si deve citare anche la nuca di merluzzo, le vongole e, recentemente, le kokotxas (gole di merluzzo) e i moscardini.

La sua evoluzione ha portato con sé l’adeguamento di strumenti che hanno permesso il trattamento di questi ingredienti sul carbone, “pesciaiole di nuovo conio”. Nel caso delle vongole una maglia rettangolare con pareti laterali fissate da un manico, e per le kokotxas e i cefalopodi due piccole griglie parallele e piane, con un centimetro di separazione tra l’una e l’altra e fissate dal lato opposto al manico. In un caso e nell’altro si collocano a una certa distanza dalla brace, circa dieci centimetri, e a fuoco vivo, poiché all’avere un volume limitato richiedono un colpo di calore e un’aromatizzazione esterna, con appena una filtrazione di temperatura all’interno delle carni. Le kokotxas iniziano a cuocersi dal lato bianco, quello della pelle, in cui rimarranno circa 45 secondi; si girano e si mantengono dal lato nerognolo, quello della lingua, circa un minuto e mezzo. In totale appena due giri e mezzo della lancetta dei secondi dell’orologio, anche se possono restarci qualche istante in più o in meno, secondo le dimensioni e la forza della fiamma. S’impiegano sempre pezzi di dimensioni da medie a grandi, o solo grandi, dato che il loro corpo è più adeguato a questo trattamento. Si condiscono con la vinaigrette tritata che accompagna i grandi pesci che hanno dato fama universale alla casa, come il rombo e la sogliola.



La Receta





Capasanta con mortadella, mela e finocchio

Vieira con Mortadela, Manzana e Hinojo
Cocinero: Fulvio Pierangelini
País: Italia
Localidad: 57027 San Vincenzo (Livorno)
Dirección: Piazza della Vittoria, 13
(+39) 0565701021

La cucina essenziale, quella che è capace di esprimere molte cose (odori, sapori, consistenze, colori, ecc.) con poche parole, richiede uno straordinario talento. E Fulvio Pierangelini è un personaggio profondo, riflessivo, che ha fatto di questo modo di esprimersi uno stile creativo. Uno chef che integra il fondo e la forma per ottenere una fantasia armonica. Qui abbiamo una testimonianza di infinite sensazioni manifestate con squisita sofisticazione. La genialità di un dado di mortadella nel cuore di una capasanta, che svolge il ruolo di un ardito condimento, senza che influenzi il mollusco in altro modo che non sia come contrappunto aromatico, sapido e tattile. E poi c’è il contorno, la sottile acidità del purè di mela contrapposta alla dolcezza attenuata delle lamine di finocchio caramellato. Tutto ciò ravviva il mollusco con il sorprendente particolare di alcune incrostazioni di foglia d’oro che abbelliscono una sceneggiatura artistica di tonalità serene. Immaginazione e perfezione.



La Receta



Elaborazione

Pulire le cappesante, togliere il corallo, marinarle per 5 minuti nel sidro.
Con un coltellino fare tre fori in un lato della cappesanta ed uno nell'altro. Tagliare la mortadella in triangoli ed inserirla nei fori. Cuocere 2 mele ed 1 finocchio in uno sciroppo di tè affumicato con ginger e cannella. Frullare.
Tagliare in lamelle sottili mela e cannella, seccare in forno finché
diventano croccanti.
Cuocere le cappesante in olio + ritagli di mortadella per insaporire.



Risotto de soja, jus d´huîtres et truffes

Risotto de soja, jus d´huîtres et truffes
Cocinero: Thierry Marx
País: Francia
Localidad: 33250 Pauillac
Dirección: Route des châteaux
(+33) 0556592424

Ci sono tre piatti di Thierry Marx che meritano di stare in questa sezione di capolavori culinari. Il pressé di anguilla affumicata “terra ed estuario” con mela acidulata e tostino di cereali ispirato alla celebre terrina di foie gras che ha reso famoso Martín Berasategui. Il pomodoro mi-cuit, con caviale e ostriche e crema gelatinizzata di queste che ci ricorda il “millefoglie” che fece con il citato ortaggio Joël Robuchon, anche se i restanti componenti non hanno niente a che vedere, tra gli altri motivi perché quei pomodori erano alternati con grancevola. E questo risotto, che sembra un omaggio a Ferran Adrià. Tutto ciò parla molto chiaramente di questo chef, che cerca le idee nel vertice delle celebrità mondiali.

Si tratta di un risotto in cui si esalta la forza della natura, assolutamente vegetale, superrinfrescante, scandalosamente croccante, in cui la soia, praticamente cruda, occupa il posto del riso. Una montagna di germinati senza coda che si avvolge in una salsa cremosa che coincide con questo tipo di elaborazioni e che ha l’incentivo di due vivande che vanno da favola con i germogli apportando contrasti eccelsi: ostriche e tartufo.



La Receta



Ingredienti

  • 12 ostriche
  • 125 g di scalogno
  • 50 cl di vino bianco secco
  • 100 g di champignon
  • 205 g di panna densa (alto contenuto di MG)
  • 20 g di burro
  • 60 g di tartufi
  • sale, pepe

Elaborazione

Aprire le ostriche. Estrarle dalla conchiglia e colarne il sugo; mettere da parte.

In una casseruola, far restringere quasi completamente gli scalogni e il vino bianco.