Cappelli in brodo piccante ai frutti di mare

La Peca
Cuisinier: Nicola Portinari
Pays: Italie
Localité: 36045 Lonigo
Adresse: Via Giovanelli, 2
(+39) 0444830214

Nicola Portinari personifica la ponderazione. Si prospetta l’armonia come obiettivo e risultato. Ecco qua un esempio nella cui formulazione appare un po’ di tutto: immaginazione, armonia, complessità, bellezza, squisitezza, potenza, equilibrio. La mente e il palato si esprimono come una bilancia infallibile. Sapori rinnovati con memoria storica. Italianissimo. La pasta come filo conduttore di caratteri molto definiti: amarezza, piccante, iodio, dolcezza, un tocco carneo… e l’onnipresente cicoria di Treviso, che si manifesta cruda, sbiancata e disidratata. Non si può futurizzare con maggior talento il paesaggio del Veneto.



La Recette





Tonnina con costra e intingolo della propria pelle

Arzak
Cuisinier: Juan Mari Arzak
Pays: Espagna
Localité: 20015 San Sebastián (Guipúzcoa)
Adresse: Avda. José Elosegui, 273
(+ 34) 943285593

Ad eccezione del baccalà, Juan Mari Arzak ha sempre coltivato i grandi pesci e i frutti di mare su cui si è storicamente basata la cucina basca. Ha sempre avuto una grande passione per il merluzzo, il txangurro (grancevola), i calamaretti ... e la tonnina. Prodotti con cui ha ottenuto risultati emozionanti, ricreando con forme spettacolari sapori ancestrali, però impregnati di sofisticazione.

Nella stagione estiva, da giugno a ottobre, arriva ad offrire tre grandiose proposte. La più leggendaria è la ventresca con santoreggia e spina mentolata. Nel 2004 è stata incorporata la ricercata e saporitissima insalata di tonnina con patata affumicata, ruchetta, foglie di bietola, salsa di orzo e bietola e salsa di olive con caffè, e questa ricetta premiata che sprizza originalità e dei sapori forti e contrastati, ma perfettamente combinati. Il suo maggiore merito risiede nelle salse. Da una parte appare quella di cetriolini, fresca, viva, stirata, verdastra, con un sapore impressionante per la partecipazione di sugo di melone, prezzemolo e pane, oltre ai cetriolini. Dall’altra, senza togliere neanche un pizzico di valore alla prima, sensazionale, diventa obbligatorio considerare come principale la seconda, che viene presentata in un intingolo denso e a guisa di crosta del pesce. La salsa viene preparata con le pelli fritte e tritate della tonnina, cipolla abbrustolita evitando che diventi amara, mandorle, pomodoro, pane, aceto di Modena e olio d’oliva; si ottiene un impasto di consistenza fina, che va nel piatto. Con questa salsa si unge la tonnina su entrambi i lati e s’impregna leggermente con arachidi ridotte in frammenti molto minuti. Si salta brevemente su un lato e sull’altro, in modo che rimanga cruda e calda al centro e “bruciacchiata” all’esterno.



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Cremosa tiepidezza di fegati di piccione di Bresse alla brace con legumi, semi, bacche e frutti germinati

El Poblet
Cuisinier: Quique Dacosta
Pays: Espagna
Localité: 03700 Dénia (Alicante)
Adresse: Las Marinas, km. 3
(+34) 965784179

Quique Dacosta, dopo essere stato nominato Cuoco dell’Anno nell’edizione del 2001, ha ottenuto a trent’anni due mete storiche nella sua carriera professionale: l’eccellente e che due delle sue creazioni abbiano meritato il titolo di Piatto dell’Anno. È che l’evoluzione, la superazione costante che si veniva apprezzando nella sua attività da molto tempo è culminata in un salto qualitativo che lo colloca tra i più grandi. Ripetiamo, perché rimanga ben chiaro, che fa già parte dell’olimpo culinario.

La sua capacità di ricerca, su consiglio del Congresso Lo Mejor de la Gastronomía, che aveva proposto il tema a tutti gli chef che figurano nella guida, l’ha portato a pensare e a plasmare una delle poche grandi ricette che su germinati ci sono nel mondo. Senza riferimenti, ha disposto una ricetta riflessiva e sfavillante, che constata un modo di essere sensato, temperato, compassato… ma allo stesso tempo ambizioso, idealista e vincente, in cui intervengono quinoa biologica, lenticchie verdi di Puy, lenticchie nere, soia verde, bacche di fieno greco, semi di ravanello e di asparagi bianchi che vengono, ad eccezione di questi ultimi, tutti profumati alla brace di aneto. Sensazioni vegetali che si apprezzano nel piatto disposte su un consommé coagulato di pancetta affumicata. Tra i germinati appaiono delle scaloppe al sangue di fegato di piccione di Bresse e anche delle scaglie di cioccolato fondente. Si ricopre e si avvolge quindi il tutto con un velo di pancetta affumicata e una gelatina, che funge da filo conduttore della ricetta, svolgendo le funzioni di un sugo raffinato e traslucido che rafforza il gusto dei vegetali e contrasta con la freschezza di questi, producendo anche una diversità di consistenze. Il tutto si serve tiepido e con degli ultimi ornamenti: germogli di asparagi, erba cipollina e scaglie di sale.



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Kokotxas alla griglia

Elkano
Cuisinier: Pedro Arregui
Pays: Espagna
Localité: 20808 Getaria (Guipúzcoa)
Adresse: Herreria, 2
(+34) 943140614

La griglia non è aliena all’attuale boom dell’alta cucina. In un periodo gastronomico chiaramente anticonformista, agli albori del terzo millennio, in cui innovare e perfezionare marca la distanza tra l’essere e il non essere, il più arcaico e primario dei piatti, l’arrosto alla fiamma, prende parte ai grandi inizi di quest’epoca d’oro che stiamo attraversando, e che non ci saremo mai sognati.

Come un Adrià e un Berasategui, svettano i nomi di Pedro Arregui e Víctor Arguinzoniz, che hanno incorporato nuove vivande alla brace. Nel caso dell’Elkano, a Getaria (Guipúzcoa), che culmina una leggendaria traiettoria di più di 40 anni, in cui spicca per virtuosismo il rombo, si deve citare anche la nuca di merluzzo, le vongole e, recentemente, le kokotxas (gole di merluzzo) e i moscardini.

La sua evoluzione ha portato con sé l’adeguamento di strumenti che hanno permesso il trattamento di questi ingredienti sul carbone, “pesciaiole di nuovo conio”. Nel caso delle vongole una maglia rettangolare con pareti laterali fissate da un manico, e per le kokotxas e i cefalopodi due piccole griglie parallele e piane, con un centimetro di separazione tra l’una e l’altra e fissate dal lato opposto al manico. In un caso e nell’altro si collocano a una certa distanza dalla brace, circa dieci centimetri, e a fuoco vivo, poiché all’avere un volume limitato richiedono un colpo di calore e un’aromatizzazione esterna, con appena una filtrazione di temperatura all’interno delle carni. Le kokotxas iniziano a cuocersi dal lato bianco, quello della pelle, in cui rimarranno circa 45 secondi; si girano e si mantengono dal lato nerognolo, quello della lingua, circa un minuto e mezzo. In totale appena due giri e mezzo della lancetta dei secondi dell’orologio, anche se possono restarci qualche istante in più o in meno, secondo le dimensioni e la forza della fiamma. S’impiegano sempre pezzi di dimensioni da medie a grandi, o solo grandi, dato che il loro corpo è più adeguato a questo trattamento. Si condiscono con la vinaigrette tritata che accompagna i grandi pesci che hanno dato fama universale alla casa, come il rombo e la sogliola.



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Capasanta con mortadella, mela e finocchio

Gambero Rosso
Cuisinier: Fulvio Pierangelini
Pays: Italie
Localité: 57027 San Vincenzo (Livorno)
Adresse: Piazza della Vittoria, 13
(+39) 0565701021

La cucina essenziale, quella che è capace di esprimere molte cose (odori, sapori, consistenze, colori, ecc.) con poche parole, richiede uno straordinario talento. E Fulvio Pierangelini è un personaggio profondo, riflessivo, che ha fatto di questo modo di esprimersi uno stile creativo. Uno chef che integra il fondo e la forma per ottenere una fantasia armonica. Qui abbiamo una testimonianza di infinite sensazioni manifestate con squisita sofisticazione. La genialità di un dado di mortadella nel cuore di una capasanta, che svolge il ruolo di un ardito condimento, senza che influenzi il mollusco in altro modo che non sia come contrappunto aromatico, sapido e tattile. E poi c’è il contorno, la sottile acidità del purè di mela contrapposta alla dolcezza attenuata delle lamine di finocchio caramellato. Tutto ciò ravviva il mollusco con il sorprendente particolare di alcune incrostazioni di foglia d’oro che abbelliscono una sceneggiatura artistica di tonalità serene. Immaginazione e perfezione.



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Risotto de soja, jus d´huîtres et truffes

Château Cordeillan-Bages
Cuisinier: Thierry Marx
Pays: Francia
Localité: 33250 Pauillac
Adresse: Route des châteaux
(+33) 0556592424

Ci sono tre piatti di Thierry Marx che meritano di stare in questa sezione di capolavori culinari. Il pressé di anguilla affumicata “terra ed estuario” con mela acidulata e tostino di cereali ispirato alla celebre terrina di foie gras che ha reso famoso Martín Berasategui. Il pomodoro mi-cuit, con caviale e ostriche e crema gelatinizzata di queste che ci ricorda il “millefoglie” che fece con il citato ortaggio Joël Robuchon, anche se i restanti componenti non hanno niente a che vedere, tra gli altri motivi perché quei pomodori erano alternati con grancevola. E questo risotto, che sembra un omaggio a Ferran Adrià. Tutto ciò parla molto chiaramente di questo chef, che cerca le idee nel vertice delle celebrità mondiali.

Si tratta di un risotto in cui si esalta la forza della natura, assolutamente vegetale, superrinfrescante, scandalosamente croccante, in cui la soia, praticamente cruda, occupa il posto del riso. Una montagna di germinati senza coda che si avvolge in una salsa cremosa che coincide con questo tipo di elaborazioni e che ha l’incentivo di due vivande che vanno da favola con i germogli apportando contrasti eccelsi: ostriche e tartufo.



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Indivia con pasta di caffè e burro di biscotto

Astrance
Cuisinier: Pascal Barbot
Pays: Francia
Localité: 75016 París
Adresse: 4, rue Beethoven
(+33) 0140508440

È uno dei piatti più strani che si possa trovare in un campo così allucinante come quello della creatività attuale. Al punto che esce da ogni norma, che lo stesso autore, Pascal Barbot, una delle menti più lucide e audaci del pianeta culinario, dubita sulla sua ubicazione nel menu. In modo sicuro è impossibile situarlo, poiché può essere ugualmente catalogato come un antipasto dolce, che come un dolce salato, e persino come un pre-dessert. Se ciò già è un merito di per sé, l’immenso valore di giungere a polverizzare tutti i concetti, un qualcosa che caratterizza lo chef, ciò che è veramente trascendente è il livello di perfezione che raggiunge questa follia, che sazia di piacere offrendo sapori inediti opposti in perfetta armonia. C’è amarezza, c’è dolcezza, c’è acidezza e ci sono molti aromi gustosi. Appaiono diverse consistenze: l’indivia si mostra tenera, evanescente per la lunga caramellatura, ma allo stesso tempo conserva un minimo del suo croccante naturale; il burro prende l’apparenza di un biscotto pralinato trasformato in salsa e la pasta di caffè raggiunge un volume inconsistente, etereo. E la stessa disposizione degli elementi, disintegrati, in tre spazi, “distanti”, fa dei protagonisti un gioco, in cui il commensale deve sperimentare se decide di mangiare prima d’indivia da sola e quindi mischiarla con un rinforzo o con l’altro, o come questi appaiono e scompaiono tra un boccone e l’altro dell’ortaggio. Man mano che si vada da qui a là o da là a qua, le sensazioni balleranno diversi ritmi di originalità, sempre geniali. Che grande è Barbot!



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Petits pois nains crus sous voile gélatineux de gimgembre et fleurs de ciboulette

Mugaritz
Cuisinier: Andoni Luis Aduriz
Pays: Espagna
Localité: 20100 - Renteria (Guipúzcoa)
Adresse: Aldura Aldea, 20 - Caserío Otzazulueta
(+34) 943522455

L’ingegno e l’erudizione di Andoni Luis Aduriz, mistico ecologista culinario, rimangono palesi nel libro Clorofilia, che ne riflette la grande opera con una forte radice vegetale, ispirata alla filosofia di Michel Bras, personaggio per cui sente una speciale passione professionale. In questo campo sono numerose le eccellenti ricette ottenute (non in vano dobbiamo considerare il proprietario del Mugaritz come uno dei principali cuochi del mondo), il che non c’impedisce di esaltare soprattutto: “Verdure arrosto e crude, germogli e foglie, silvestri e coltivate, condite con burro di nocciole e con un generoso condimento di formaggio Emmental”, una chiaroveggente interpretazione del Gargouillou, e questo originale piatto di piselli guipuzcoani, che proclamiamo Piatto dell’Anno per diverse e abbondanti ragioni.

Ci affascina il suo concetto minimalista: quattro elementi disposti con estrema semplicità che offrono tre sapori squisiti e nitidi, due aromi sottilissimi, due strutture opposte e complementari, due temperature e due colori tra un riflesso brillante. Gusto di piselli crudi, di campagna, verdastri ed eccelsi, unici, con due armonici contrappunti disposti a contagocce: un tocco magico di spezia e un altro esultante floreale. Sfrutta il legume mentre scompare, si sfuma la gelatina. Fredda la base e tiepido il velo. Assolutamente colorista offrendo solo due tonalità: verde smeraldo e viola. E perché la bellezza giunga a un’espressione impattante, si dispone in un piatto espressamente pensato per l’occasione.

La natura nella sua più naturale e artistica espressione.



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Risotto blanc avec poudre de café et càpres de Pantelleria

Le Calandre
Cuisinier: Massimiliano Alajmo
Pays: Italie
Localité: 35030 Sarmeola di Rubano (Pádua)
Adresse: Via Liguria, 1
(+39) 049630303

E senza nessuna paura di equivocarci, possiamo asseverare che Massimiliano Alajmo, primus inter pares tra i cuochi della pasta, si colloca nell’elite mondiale anche in quanto a risotti. Nonostante la sua giovinezza, ha creato i suoi due capolavori già qualche anno fa, e non è ancora stato in grado di superarli pur trovandosi in permanente stato di grazia. Il motivo: risulta una prodezza quasi impossibile data la magnanimità dei precedenti. Tutto sommato, tanto vale il risotto allo zafferano con polvere di liquirizia, che il risotto bianco con polvere di caffè e capperi; sino all’estremo che la differenza potrebbe essere marcata solo dall’ispirazione del cuoco o dalla preferenza del commensale.

Entrambi si sostentano su uno stile minimalista. Entrambi offrono radicali contrapposizioni di sapori in incredibile armonia. Gusti di polvere di liquirizia (spolverata sul piatto) e capperi (tritati e sparsi sulla graminacea ) che, nonostante la loro potenza si manifestano equilibrati e sempre in funzione del cereale, che conserva pienamente la sua identità sapida. Ci troviamo, quindi, davanti ad un piatto di riso con una sottile e compensata originalità. La qualità intrinseca dell’ingrediente principale, la cottura uniforme che mostra il grano e la coesione del sugo contribuiscono alla perfezione di questo fantasioso risotto.



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Colin à la romaine confit à 45º sur poivrons et soupe au riz

El Portal del Echaurren
Cuisinier: Francis Paniego
Pays: Espagna
Localité: 26280 Ezcaray (La Rioja)
Adresse: Héroes del Alcázar, 2
(+34) 941354047

È, probabilmente, la migliore ricetta che oggi si possa degustare di questo piatto così popolare, uno dei più caratteristici della cucina tradizionale spagnola, onnipresente in tutti gli ambiti, dal domicilio domestico alla ristorazione pubblica. Costituisce una ricreazione che, pur conservando gli ingredienti e la memoria storica, si decanta verso l’alta cucina. Si mantiene il velo aureo dell’impanatura. La succulenza viene accentuata dal buon volume del filetto e dall’impiego di una tecnica oggi in auge: la cottura a bassa temperatura. Si potenzia l’idiosincrasia tattile del pesce, che rappresenta uno dei suoi maggiori valori gastronomici. Si mantiene la compagnia ancestrale dei peperoni, anche se quelli morrones, rossi, giganti o quelli del piquillo vengono sostituiti da una varietà superiore: quelli del cristal, di sapore più delicato e di consistenza più fine, di diverso colore. E s’incorpora una salsa, sotto forma di minestra traslucida di riso e gallina, molto equilibrata, sia per quanto riguarda il cereale che il pollame.



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