È l’antica e prestigiosa marca Flor de Saúco che, per motivi legali, ha dovuto cambiare nome.

Ogni anno questa cooperativa commercializza circa 130.000 chili di ceci, tutti con Denominazione di Origine, provenienti dalla rinomata zona in cui si trova ubicata.

Questi ceci si distinguono per tre qualità. Una pelle praticamente impercettibile, la più sottile riscontrata in questo legume. Una struttura, burrosa e nel contempo consistente, che si fonde placidamente in bocca senza opporre la minima resistenza. E un sapore molto peculiare che li rende unici.

Prima della cottura hanno delle dimensioni da medie a grandi, con un colore cremoso, il becco curvo e pronunciato e la pelle rugosa.

Uno de quei prodotti artigianali frutto delle abitudini del passato e della nobiltà ereditata. Elaborato a partire da lingue di mucche “fassone”, la razza bovina piemontese, che hanno in sé stesse i propri valori intrinseci, nella maturità della carne e nella concentrazione di grasso. Entrambi questi fattori vi contribuiscono, apportando una straordinaria succulenza, gelatinosità e succosità. Immensa gustosità e una carnosità che si fonde in bocca, conseguenza della quantità di vene che dà forma all’aspetto “marmorizzato” del magro, simile a quello di un eccelsa lombata di bovino vecchio. Spicca anche la carnagione rossiccia e uniforme del prodotto. Ci troviamo, pertanto, davanti ad un boccone di salumeria stellare, che ha come base animali eccezionali. Valga segnalare la simbolica produzione annuale di Maurilio Baudracco: tra 350 e 400 chili. Anche la tecnica di preparazione è esemplare. La lingua viene immersa in sale durante un mese. Una volta alla settimana le si fa un massaggio a mano. Trascorso questo periodo, si dissala in acqua durante 24 ore e si cuoce a bassa temperatura durante 3 ore. Si lascia raffreddare e si tiene 10 giorni in riposo.
Una lingua unica al mondo nel suo genere.

Destinato a disputare il trono mondiale dell’olio. Vanta i maggiori premi, tra cui la Grande Menzione Leone d´Oro 2003. Non invano lo possiamo considerare la massima espressione dell’olio siciliano, aromatico, fruttato e straordinariamente raffinato, nel senso più puro della parola. Esuberanti aromi che lo rendono unico, che ricordano le foglie di pomodoro e l’erba appena tagliata, che si mischiano con i caratteri propri delle olive molto fresche e mature. Sapore “dolce”, molto “dolce” e fruttato, elegante e armonico, con presenza di amari e piccanti, straordinariamente fini, che apportano diplomatica complessità all’identità naturale dell’oliva. Colore verdastro, vivo e pulito.
Elaborato con le varietà Verdese e Moresca, che si raccolgono a mano dai settecento olivi piantati nella tenuta di 9 ettari e che, pressate lo stesso giorno, danno una produzione di 4.000 bottiglie all’anno che vantano il marchio di ecologiche.

Podere con 25 ha di terreno propri che realizza integralmente il procedimento di elaborazione di ortaggi e frutta, dalla coltivazione alla messa in conserva. In questo caso solo 5.000 chili di cipolline di dimensioni abbastanza uniformi, che prima sono scaldate in aceto e vino, quindi passate per una brace di gas per dargli colore e un certo tocco rustico e finiscono per essere conservate sott’olio, che è come si conservano. Ne spicca la consistenza, croccante e tenera allo stesso tempo, con un taglio netto. Sapore immacolato, molto naturale, con una sottile sensazione di acidità, che potremmo ben qualificare come aromatizzate, con l’untuosità e il gusto che apporta l’olio d’oliva.