Madoninna del Pescatore

Moreno Cedroni è uno dei migliori Ambasciatori della Moderna Cucina Italiana.
Il suo Talento è multiforme perché si esprime non solo in Cucina, ma anche come ottimo comunicatore, dotato di naturale simpatia. Sa “tenere il palco” come pochi, con stile piacevole e discreto, negli importanti Incontri internazionali dove gli Chef sono i principali attori di loro stessi e dei loro Piatti.

La Madonnina del Pescatore è un po’ lo specchio della sua anima e di quell’altro Atout che si trova al fianco, la moglie Mariella.
Sembra quasi di entrare in una Beauty Farm, più che in un Ristorante, comprese le mise del personale, in stile Armani.
L’ attenzione, cortesia, professionalità della Sala hanno pochi eguali.

La proposta della Carta si alterna su diverse linee, così da incontrare le esigenze di una clientela composita.

Tutti i Piatti sono “millesimati” e, tramite la loro anagrafe, possono descrivere il percorso sviluppato da Moreno nel corso del tempo.
Una delle caratteristiche che ci ha colpito sin dall’inizio è stata la sua personale capacità di sintetizzare la Cucina Marchigiana. Infatti, nella tradizione, il Mare può essere apparente protagonista, tuttavia lo sono altrettanto l’entroterra, con prodotti di collina presenti sulle tavole appena pochi chilometri più all’ interno.
A questo mix iniziale si è poi aggiunta la rivoluzione copernicana derivante dall’ incontro con Ferran Adrià, alcuni anni orsono.
Dopo una impegnativa presidenza dei J.R.E. italiani, ora Moreno può sviluppare con più tranquillità la sua Arte, che abbiamo trovato di straordinario equilibrio tra le caratteristiche elencate prima.

Il percorso Degustazione è di 20 tappe o poco più, con passaggi dall’una all’altra sempre gradevoli e fonte di piaceri costanti.

Andando di sintesi si possono citare degli autentici picchi in una sequenza che viaggia sempre su ottimi livelli.
Ecco allora una originale insalata di mare con “arie” di limone, così come ci hanno particolarmente colpito delle capesante bruciacchiate con purè di patate. Una nota di merito per la tecnica usata che regala la sensazione, al gusto, di una Capasanta quasi trasformata in midollo di bue.
Il totano con verza, castagne e fonduta riconduce a quella tradizione marchigiana che si alterna tra Mare e Collina. La stessa cosa avviene con la zuppa di lenticchie con astice avvolto nel lardo, piatto presente da quasi dieci anni.
Straordinario il gioco di consistenze e temperature dei tortellini di parmigiano con carne cruda (di kobe) al basilico e pomodoro. Il gioco si ripete con il rombo con carciofi e fegato grasso. Assolutamente eccitante la “masticazione” di un lombo di patanegra con finocchi croccanti.

Si potrebbe continuare con altre citazioni, ma due, in particolare, meritano una nota.
Ai formaggi si incontra una toma con confettura di fragole e timo al limone che è un autentico bon bon, tout court, tanto è vero che viene preparato direttamente dal pasticciere. Curioso il cioccolato con ricci di mare e olio alle clementine.
Alla domanda iniziale di come possano incontrarsi Cioccolato e Ricci, la risposta si ha dal piacevolissimo gusto lungo dell’olio fruttato.

Pur essendo la Cantina ricca di tutto quello che si può amare o cercare, è molto interessante un percorso di Bacco per le vigne marchigiane, terra di interessanti vitigni autoctoni, così come di produttori non omologati ai tempi o alle mode.

Una sosta piacevole, quindi, in cui si viene coccolati a 360 gradi, in un piccolo universo senza tempo dove, per alcune ore, vi potete anche dimenticare di ammirare il mare con le sue onde lì, a pochi metri dal vostro piatto.