Cafe Pushkin
www.cafe-pushkin.ru
- Hojaldres rellenos
- Anguila ahumada con diferentes verduras
- Ensaladilla rusa con cangrejo
- Sopa de oveja y col
- Plato de pollo
- Crema helada con fresas
Che la gastronomia sia il riflesso della società non c’è alcun dubbio. L’aspetto, la menzogna, superano la finzione e la realtà supera la realtà e la finzione. Viviamo in un circo pieno di pagliacci in cui milioni di disinformati senza nessun criterio ridono dei loro sketch. Basta vedere questo ristorante per verificarlo. Figura nel posto 80 della stupida guida che ogni anno elabora la rivista britannica The Restaurant (che faccia tosta!). Si, quella che decide quali sono i 100 ristoranti migliori del mondo. Quella che ha ottenuto (chapeau!) che i telegiornali, la radio e i giornali si facciano eco delle sue follie o dei suoi oscuri interessi. O tempora, o mores!... Come sta male la stampa! Ricordiamo il suo comportamento morboso e rosa nella “guerra degli chef”.
Café Pushkin figura nel posto 80 del ranking mondiale dei ristoranti. Che presa in giro! I suoi piatti si potrebbero situare tra il 10.000 e il 100.000. O forse a partire dal 100.000, o del milione. Chiaro che è il locale più alla moda di Mosca, in cui il fior fiore della società moscovita si reca per ammirare ed essere ammirata. L’ambiente supera abbondantemente quanto ci si può aspettare da Mosca: apparenza, dispendio,... Anche il locale è maestoso: legni nobili e freschi che, pur avendo solo poco più di dieci anni, danno un’impressione di ambiente di corte. E i cibi, che? Ebbene, da birreria. Brasserie francese con sapori russi.
Per primo, tre buone paste sfoglie riempite in modo semplicistico, una di trombette da morto, un’altra di pollo e la terza di carne. Quindi una squisita anguilla affumicata, molto grassa e carnosa, accompagnata da un’infinità di verdure, che vanno apparendo in quantità ingenti e in diversi momenti, alcune a mo’ di crauti e altre sottaceto: cavolo, cavolo lombardo, cetriolini, cetriolo, pomodoro, olive, limone,... e funghi congelati. L’insalata russa, compatta quanto mai e di un sapore indefinito, è sontuosamente ornata con bigiotteria: due fettine di carne d’anatra affumicata, una coda di gambero di fiume e cinque uova di caviale. Come quarto piatto una vigorosa zuppa rustica di pecora, cavolo, carota,... veramente gustosa, saporitissima, presentata come quella che Paul Bocuse dedicò a Valéry Giscard d’Estaing: pomposamente coperta di pasta sfoglia perché conservi tutta l’intensità aromatica. E per terminare un piatto da portata con diversi scomparti in onore del pollo: pasta ripiena di un trito, come una polpetta, la coscia tritata con pane e ricostruita, cotta a fuoco lento col suo succo e panna, interiora con funghi e dei funghi alla crema come contorno. E, per dessert, delle fragole con il loro succo e una piramide di crema gelata, il tutto affogato in liquore e fiammeggiato nella sala. Sempre in porzioni copiose, pantagrueliche che vengono servite a una velocità vertiginosa. Si deve venire con un appetito, anzi, con fame.
Insomma, la cosa meno interessante è proprio ciò che si mangia: cibi antiquati, di 40 anni fa, anche se buoni. Il meglio: il locale, il servizio, l’ambiente, chiassoso, gioviale... e il conto: 200 € che, con una coppa di champagne, un bicchierino di vodka e un borgogna ascenderà a 350 €... o più.
L’80º ristorante del mondo per The Restaurant. Basta dare un’occhiata alle foto per vedere che questa rivistina non sa che è la vergogna. Una gran faccia tosta.