In Francia c’è una nuova tendenza. Molti giovani cuochi, dopo essersi formati in più o meno blasonate maison, al momento di mettersi in proprio non si avventurano nel mondo dell’alta ristorazione ma scelgono la strada della saggezza. No alle cantine con centinaia di referenze, si alle piccole carte di vini scelti con intelligenza; no all’aragosta e al caviale, si ai prodotti, preferibilmente autoctoni, di alta qualità ma di costo contenuto; no alle cloche argentate e agli ambienti pomposi, si al servizio in sala semplice ma sorridente e così via.