Danilo Segna gestisce questa antica locanda con la moglie Silvana che si occupa della cucina ed i figli Francesco e Giulia. Abbiamo mangiato molto bene! Non solo c'è grande cultura ed amore per il proprio territorio (la splendida Val di Non), ma sopratutto c'è cultura di cucina: il prodotto da solo non basta a far grande un ristorante!
Questo e' evidente già con i due amuse bouche: una piccola e splendida crocchetta di zucchine, profumata e non unta (molto piacevole) ed uno strudel di patate, mele e poco speck su una fonduta di formaggio Trentin Grana (quest'ultima eccellente).
Ottime le entrate. Il tradizionale tortel (molto simile al rosti svizzero) con salumi locali e' fritto in maniera egregia e pulita. Più interessante la crema di pomodori locali su crema di caprino. Grande e cucinata senza sbavature e' la crème brûlée con animelle, croccanti funghi porcini, schiuma al latte ed una punta di timo: che profumi e fragranze montane!
Gourmands i primi. Molto interessanti i tradizionali gnocchi di patate crudi (più consistenti, quasi croccanti rispetto alla ricetta classica italiana) con ricotta affumicata e speck oppure gli splendidi tortelli ripieni di funghi porcini con poca schiuma al latte e timo di montagna, un vero piacere!
Tra i piatti di resistenza ricordiamo un ottimo carré di agnello cucinato rose' con crosta alle erbe alpine e pino mugo (grandissima! Profumata e dalla consistenza nobile: sembra quasi una pâte sablée con profumi alpini).
C'e' cultura anche nella preparazione dei desserts (se ne occupa la figlia Giulia). Il semifreddo al torrone piemontese e' servito come nei migliori ristoranti delle Langhe: non freddo e duro, risalta la sua cremosita'. Stesso discorso vale per i gelati freschissimi alla vaniglia ed al pistacchio: entrambi serviti a temperatura (non duri e ghiacciati), belle creme gelate all'italiana!
Il dessert migliore e' pero' il tradizionale strudel. Qui e' espressa la filosofia del ristorante. E' uno strudel di sole mele racchiuso da una 'pasta matta' con olio. Cucinato con pochissimo burro, non ci sono cannella, ne frutta secca, marmellata ecc. Si tratta di uno strudel povero, di altri tempi ma fine ed elegante, non dolce ne pesante. La mela, la composta di mele e' protagonista. Uno dei piatti migliori del ristorante e anche di tutto il territorio pensiamo noi!
Silvana ha sviluppato il suo proprio stile all'interno del suo terroir, della sua sua storia e tradizioni senza essere mai banale ne' retorica: con finezza, eleganza e grande cultura di cucina.
