Risponde appieno all’idiosincrasia della zona, molto tipico per aromi e gusto. C’è una buona presenza della frutta, che si manifesta in modo intenso e nitido, con reminiscenze di bacche nere, forse more, impregnate di un legno pregiato, che apporta qualche nota tostata e speziata, che incide in una tollerabile complessità. In bocca appaiono, oltre ai riferimenti citati, solide basi: una notevole struttura, una dolce tannicità e una lieve e costante acidità, fattori molto compensati, integrati nell’identità generale.

62% cabernet sauvignon, 31% merlot, 5% cabernet franc e 2% petit verdot. Maturazione in barrique durante 18 mesi. Imbottigliato il 26 giugno del 2002.

Se La Vicalanda ha supposto un rinnovamento e un salto qualitativo all’interno di questa leggendaria cantina, questa nuova etichetta insiste nella stessa filosofia, approfondendone i concetti, le uve e i mezzi di elaborazione. Fermentazione malolattica in barrique nuove di rovere francese, in cui è rimasta per 15 mesi senza essere sottoposta a stabilizzazione, né filtraggio alcuno. Il tempranillo (75%) e il graciano (25%), di 26 anni e con una produzione per ettaro limitata, proviene dal vigneto che gli dà il nome e persino la quantità è stata stabilita in funzione della selezione: 20.000 bottiglie.

Dà il meglio di sé al naso, in cui mostra enorme vita e complessità: more, ribes nero, violette, vaniglia, cannella e toffee. In bocca ratifica frutta e floralità, come anche mineralità, acidità, tannini, calore, corpo, untuosità,... e anche freschezza, esultanza, eleganza e armonia.

Rappresenta un’evoluzione all’interno dello stile della cantina. È meno classico di un Viña Arana o di altre famose etichette della Rioja Alta e mostra, oltre alla qualità che si suppone, caratteri più freschi e vivi, sia al naso che in bocca. Olfattivamente risulta attraente e complesso, con note di frutta candita, anche di rami appena tagliati, ed altre balsamiche, con spezie apportate dal legno. In bocca spicca l’equilibrio, la congiunzione, amalgama eleganza e forza, mostra sostanziosità, freschezza, leggera acidità, fini tannini, e anche dolcezza... molte cose espresse con diplomazia.

85% tempranillo proveniente dalla tenuta Montecillo, a Cenicero, e 15% graciano, della tenuta Melchorón, a Rodezno. Maturazione sperimentale di due anni in botti di rovere americano nuove e di secondo vino. 5.760 bottiglie numerate.

Un anno dopo l’altro questo vino si ratifica nell’eccellenza. Se gli si dovesse cercare un riferimento, diremo che si tratta di un moscato a chicchi piccoli ispirato a un Sauternes, che è maturato in barriques di Allier per 6 mesi, per passare al vetro a ottobre del 2007. Solo 16.538 mezze bottiglie e 20 magnum. Uno dei pochissimi vini d’autore che si trovano in Spagna, che risponde allo spirito innovatore di un fuoriserie dell’enologia nazionale: Fernando Chivite. Oro, brillante, o meglio, rilucente. Esuberante al naso, inebriante, con aromi di moscato che danno passo a sensazioni diverse: dolci, acide, amare e alcoliche su un sottofondo vanigliato. Risulta straordinario in bocca, dove l’uva moscato si plasma meravigliosamente, con la complessità che gli apporta la botrite e la maturazione, che le qualità olfattive tornano ad esaltare appieno.