XII Congreso lomejordelagastronomia.com



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Consorzio

Tommaso Baldassarri
Tommaso Baldassarri
Country: Italia
City: 10122 Torino
Address: via Monte di Pietà 23
mapa
(+39) 11 2767661
Closed: Sabato a pranzo e domenica.
Price: 45 €
Tasting menu:: 35 €


  • Uovo pochè impanato su asparagi con pancetta croccante
  • Uovo pochè impanato su asparagi con pancetta croccante
  • Maialino da latte marinato alla senape e miele con la sua rolata
  • Maialino da latte marinato alla senape e miele con la sua rolata
  • La carne cruda
  • La carne cruda

         Aperto a novembre 2008, il Consorzio si e' imposto subito come la novità più eclatante in città: e' il ristorante della rivoluzione a Torino. "Rivoluzionario in Italia!" dice il nostro amico Cristian Bucci, che per lavoro viaggia in tutto il paese. Ideato da due trentenni appassionati, Andrea Gherra e Pietro Vergano, ha avuto da subito molto successo (incredibilmente sinora senza nessuna imitazione: e' difficile improvvisare senza cultura ed animus pugnandi). Assieme allo chef marchigiano Tommaso Baldassarri, hanno creato questo locale dall'ambiente semplice, informale e giovane abbinato a professionalita', qualità della materia prima e ad un ottimo rapporto qualità prezzo. Pietro, appassionato di vino con ben chiaro in mente il concetto di "renaissance des AOC", ha creato una carta dei vini unica nel suo genere, non enorme nel numero di etichette, ma alternativa nella proposta, spaziando tra Italia, Francia, Spagna, Germania. Propone etichette di piccoli ma grandi produttori artigianali, alcuni sconosciuti, altri grandi nomi del mondo del vino, personaggi non allineati e non omologati che pero' spesso risultano essere i migliori nelle loro AOC. E' preparato, scegliete una zona o un vitigno, chiedete un consiglio e fatevi guidare: c'e' da divertirsi! I prezzi partono dai 9 euro (parliamo di bottiglia di vino vero, artigianale) a salire.
Appena seduti e' d'obbligo un Americano per l'aperitivo! Siete a Torino! Gustate questo classico nel suo massimo splendore (a e.3,50): 2 cubetti di ghiaccio, fetta di arancia sanguigna, vermouth bitter di Mauro Vergano (e' lo zio di Pietro, un piccolo produttore di vini chinati e vermouth del centro storico di Asti: prodotti fuoriclasse!), selz spruzzato sotto i vostri occhi e...buon divertimento. Se volete esagerare chiedete un piatto di acciughe spagnole su tartine di pane con burro e acciughe fresche fritte in pastella.
Il menu e' spiegato a voce da Andrea che conosce e seleziona la materia prima. Qui i nostri giovani fanno la differenza: con curiosita', passione, voglia di imparare, arrivano ad una competenza e professionalita' che per la loro eta' hanno pochi paragoni, specialmente in una grande città come Torino. La cucina e' di impostazione semplice, privilegiando in molti casi, la pura degustazione di un ottimo prodotto. In momenti come quelli che viviamo in cui regna molta confusione nel mondo della ristorazione, questo può significare moltissimo. Ad esempio il pane, fatto quotidianamente in casa con farine biologiche del mulino Sobrino e con lievito  madre: bravi! Dimostrano che non e' necessario andare in un grande ristorante per avere del buon pane sul tavolo. Anche la linea scelta per il pesce stupisce per la chiarezza di idee di Andrea e merita il pubblico encomio: qui niente tonno, pesce spada e branzini, solo pesce spatola, orata di cattura, ombrina e simili (pescheria Gallina) e serviti unicamente in tartare o alla griglia!
         Molto buono e sopratutto non banale il piatto di salumi (sono della Cascina Savoiarda, Roero) proposto con l'ottimo pane e burro d'alpeggio. Da non perdere il piatto di carne cruda: tartare di salsiccia di Bra, fette di carne Fassone all'Albese e tartare di Fassone (la qualità e le dimensioni del taglio non ha eguali in città, quasi ricorda la maestria di Marsupino a Briaglia). Tutte fatte in casa a mano le paste fresche. Oltre ai generosi agnolotti gobbi ripieni di carne conditi con burro fuso, Il pesarese Tommaso ci ha proposto anche i passatelli in brodo di cappone, non troppo "parmigianosi":si sente la noce moscata e la scorza di limone. Tra i secondi e' ormai un classico il piatto dedicato al "quinto quarto" bovino: fantastica insalata fredda di trippa condita con salsa all'acciuga, magnificamente preparate e fritte la cervella impanata ai cereali e l'animella impanata al riso soffiato, poi la matrice di mucca in umido con fagioli e cipolla. Ordinate senza paura la costata di Fassone: ottima materia prima, ottima cottura al sangue. Oppure il maialino da latte marinato alla senape e miele con la sua rolata. Segnaliamo anche uno squisito hamburger (purtroppo servito solo a pranzo!?), fragrante il pane (forno Perino) ma sopratutto grande la carne di Angus impastata con guanciale di maiale di cinta senese affumicato (entrambi di Paolo Parisi). Chiudete senza sbagliare con i formaggi piemontesi de l'Arbiora di Gian Domenico Negro.
         Per dirla tutta, bisogna ammettere che da quest'ultimo inverno (2010/2011) abbiamo visto la tecnica di cucina evolversi. Pensiamo ad alcuni piatti che ci hanno colpito: l'uovo poche'  impanato su asparagi, una goccia di crema di formaggio e pancetta di Paolo Parisi croccante , la minimalista ma estremamente pulita e precisa nei gusti, insalata di cappone e cicoria con pane di castagne ed agrumi e sopratutto gli indimenticabili ravioli di trippa su passata di fagioli con cipolla rossa in agrodolce.
         Il Consorzio e' in definitiva: ambiente allegro, buoni vini, cucina semplice con buona materia prima, buon pane, ottimi salumi, paste fatte in casa, carne Fassone , pesce pescato, i formaggi Arbiora, il tutto ad un prezzo ragionevole. Quello che può sembrare ovvio in alcune zone e' quasi impossibile oggi in una grande città italiana.
         Il futuro e' gia' loro: lo hanno conquistato con la passione che li anima e che li porterà lontano.



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Consorzio

Tommaso Baldassarri
Tommaso Baldassarri
Country: Italie
City: 10122 Torino
Address: via Monte di Pietà 23
mapa
(+39) 11 2767661
Closed: Samedi midi et dimanche.
Price: 45 €
Tasting menu:: 35 €


  • Uovo pochè impanato su asparagi con pancetta croccante
  • Uovo pochè impanato su asparagi con pancetta croccante
  • Maialino da latte marinato alla senape e miele con la sua rolata
  • Maialino da latte marinato alla senape e miele con la sua rolata
  • La carne cruda
  • La carne cruda

         Ouvert depuis le mois de novembre 2008, Il Consorzio est devenu la nouveauté la plus étincelante de la ville et le restaurant de la révolution lancée à Turin par excellence. « Le restaurant révolutionnaire d’Italie », comme dit notre ami Cristian Bucci, dont le travail l’a emmené aux quatre coins du monde. Mis sur pied par Andrea Gherra et Pietro Vergano, deux jeunes d’une trentaine d’années regorgeant de passion, cet établissement a connu un succès imminent sans procéder à la moindre imitation –aussi incroyable cela puisse-t-il paraître. Pas évident d’improviser sans culture ni animus pugnandi… Avec Tommaso Baldassarri, chef de la région des Marques, ils ont doté cet établissement d’une ambiance simple, informelle et jeune, à l’instar de leur professionnalisme, de la qualité des matières premières et du rapport qualité/prix. Pietro, grand amateur de vins et grand connaisseur du concept de « renaissance des AOC », a créé une carte de vins unique en son genre qui n’est pas exceptionnelle en termes de nombre d’étiquettes, certes, mais qui a le grand mérite d’être très variée sur le plan géographique (Italie, France, Espagne, Allemagne). Il propose des grands vins issus de petites exploitations artisanales, tant méconnues que synonymes de grands noms de la viniculture, de personnages classés ou reconnus, qui s’avèrent souvent être les meilleurs crus de leur AOC. Préparez-vous, choisissez une région ou un vignoble, écoutez ses conseils et laissez-vous guider : vous ne le regretterez pas ! Les prix ? À partir de 9 euros pour une bouteille de vin authentique, artisanal...
À peine assis, on vous sert un Americano pour l’apéritif ; nous sommes à Turin, ne l’oubliez pas ! Savourez ce classique dans toute sa splendeur (pour 3,50€) : 2 glaçons, 1 morceau d’orange sanguine, du vermouth amer de chez Mauro Vergano (l’oncle de Pietro, un petit producteur de chiantis et de vermouths du vieux quartier d’Asti : un produit hors série), un petit jet de soda à table et … a votre santé ! Et pour mettre la cerise sur le gâteau, demandez une assiette d’anchois espagnols fraîchement poêlés déposés sur des tartines beurrées …
          Le menu vous est détaillé par Andrea, qui connaît et sélectionne les matières premières. C’est ici que nos deux jeunes font la différence : grâce à leur curiosité, à leur passion et à leur soif de savoir, ils parviennent à un niveau de compétence et de professionnalisme très rares pour des cuisiniers de leur âge, surtout dans une grande ville comme Turin. Cette cuisine aux structures simples privilégie souvent la dégustation pure et dure d’un produit de premier choix. Dans le contexte actuel où le monde de la restauration est marqué par une grande confusion, cela peut s’avérer décisif. Comme le pain, par exemple, fait maison tous les jours avec de la farine biologique du moulin Sobrino et de la levure mère : Bravo ! Cela prouve qu’il n’y a pas besoin d’aller dans un grand restaurant pour avoir du bon pain à table. La sélection de poissons est également surprenante. Là aussi, la perspicacité d’Andrea mérite les applaudissements des convives : absence de thon, d’espadon et de bar au profit de poisson-spatule, daurade pêchée à l’hameçon, ombrine et autres espèces similaires (poissonnerie Gallina), exclusivement servis avec de la sauce tartare ou grillés.
          L’assiette de charcuteries (de la Cascina Savoiarda, à Roero) servie avec le délicieux pain maison et du beurre des pâturages. Le plat de viandes crues n’est pas mal non plus : saucisse de Bra tartare faite avec de la viande de Fassone à la mode d’Alba et le steak Fassone tartare (la qualité et la taille de la pièce, uniques dans la ville, évoquent un peu le brio de Marsupino, à Briaglia). Toutes les pâtes fraîches sont faites maison à la main. Outre l’agneau « Gobbo » farci de viande et cuit dans du beurre fondu, Tommaso propose des passatelli dans un bouillon de chapon avec juste une petite pointe de parmesan, pour ne pas trop masquer la noix de muscade et le zeste de citron. Parmi les plats de résistance, celui consacré au « cinquième quart » de bœuf est désormais un classique: une fantastique salade froide de tripes cuites avec une sauce aux anchois. La cervelle panée aux céréales et le ris de veau pané au riz soufflé suivis d’une matrice de vache avec sauce aux haricots et oignons sont le fruit d’une somptueuse élaboration. Demandez sans crainte la côte de bœuf Fassone : matière première excellente et point de cuisson saignant idéal. Ou le cochon de lait mariné à la moutarde et au miel servi en roulades. Nous recommandons aussi le hamburger, exquis (malheureusement servi le midi, uniquement), avec son pain aromatique (de la boulangerie Perino) et, surtout, sa délicieuse viande de bœuf Angus assortie d’oreille de porc de Cinta Senese fumée (de chez Paolo Parisi). Et pour terminer, n’hésitez pas à opter pour les fromages du Piémont de L’Arbiora di Gian Domenico Negro.
         Pour être complet, notons que depuis l’hiver dernier (2010-2011), le chef a évolué sur le plan technique, comme en témoigne des plats tels que l’œuf poché pané sur lit d’asperges servi avec une goutte de crème au fromage et du lard croquant de chez Paolo Parisi ; la salade de chapon et chicorée avec pain aux marrons et agrumes, minimaliste, mais extrêmement raffinée et gustativement précise ; ou les incommensurables raviolis de tripes déposés sur un lit de fèves en compagnie d’oignon rouge aigre-doux.
          En définitive, Il Consorzio est synonyme d’ambiance agréable, bons vins, cuisine simple élaborée avec de bonnes matières premières, pain de qualité, excellentes charcuteries, pâtes faites maison, viande de bœuf Fassone, poisson frais et fromages Arbiora, le tout à un prix raisonnable. Ce qui peut sembler évident dans certaines régions est devenu pratiquement impossible dans une grande ville actuelle.
L’avenir est déjà entre ses mains : il l’a conquis avec la passion qui bout en lui et l’emmènera certainement vers les plus hautes sphères de la gastronomie.



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Consorzio

Tommaso Baldassarri
Tommaso Baldassarri
Country: Italy
City: 10122 Torino
Address: via Monte di Pietà 23
mapa
(+39) 11 2767661
Closed: Saturday midday and Sunday.
Price: 45 €
Tasting menu:: 35 €


  • Uovo pochè impanato su asparagi con pancetta croccante
  • Uovo pochè impanato su asparagi con pancetta croccante
  • Maialino da latte marinato alla senape e miele con la sua rolata
  • Maialino da latte marinato alla senape e miele con la sua rolata
  • La carne cruda
  • La carne cruda

         Since its opening in November 2008, Il Consorzio has become the most dazzling and fashion place in the city, the restaurant of the revolution that has been carried out in Torino. “The restaurant of the Italian revolution”, says our friend Cristian Bucci, whose job has made him travel all around the world. Created by Andrea Gherra and Pietro Vergano, two passionate thirty-old men, this business was immediately a great success without imitating any model or trend –although it may seem incredible: it is hard to improvise without culture nor animus pugnandi… Together with Tommaso Baldassarri, chef in the region of Marches, they provided the place with a simple, casual and young atmosphere that reflects their professionalism, the quality of the raw materials and the value for money they offer. Pietro, who is very fond of wines and perfectly knows what “renaissance des AOC” is all about, has created a unique wine list that is perhaps not exceptional regarding number of labels, but very varied regarding geographical origins (Italy, France, Spain, Germany). He offers great bottles made by small artisan producers, –very well-known in the wine sector or not at all– who generally turn to offer the best PDO wines, despite of not being present in the rankings and official networks. Get ready, choose a region or a vineyard, listen to his advice and trust him: you won’t regret it! Prices start from €9 for a bottle of genuine, artisan wine…
As soon as you sit down, you are served an Americano as appetizer: don’t forget you are in Turin! Enjoy this classic in all its splendor (€3.50): 2 ice cubes, 1 segment of blood orange, bitter vermouth made by Mauro Vergano (Pietro’s uncle, who produces chianti and vermouth in the old town of Asti: an exceptional product), a splash of soda added in front of you and… enjoy! For greater glory, order some freshly sautéed Spanish anchovies and some slices of bread and butter…
The menu is explained by Andrea, who best knows and chooses the raw materials. And here is the reason why these young cooks make the difference: their curiosity, their passion and their thirst for knowledge allow them to reach a high level of ability and professionalism possessed by very few cooks of their age, even more so in a big city such as Torino. This cuisine based on simple constructions usually gives priority to pure tasting of a top product. In the actual context of big confusion in the restaurant-industry, this could be really significant. Take bread, for example, which is made here on a daily basis with organic flour from Sobrino mill and with mother yeast: Bravo! This proves that you don’t need to go to a smart restaurant to get good bread on the table. The chapter on fish, which reflects Andrea’s praiseworthy clairvoyance, is also amazing: no tuna nor swordfish nor sea bass; just paddlefish, sea bream, umbrine and similar species (Gallina’ s fish shop), exclusively served with tartare sauce or grilled.
          The cold meats (from la Cascina Savoiarda, in Roero), served with the delightful bread of the house and pasture butter, are really good and –above all– original. Don’t miss the raw meats either: sausage tartare made with Fassone meat all'Albese and Fassone steak tartare (the quality and the size of the piece of meat, unique in the city, almost recalls Marsupino’s mastery in Briaglia). All the varieties of pasta are handmade and homemade. In addition to the “Gobbo” lamb stuffed with meat and cooked in butter, Tommaso proposes some passatelli in capon broth, with a pinch of Parmesan cheese –the  right quantity to avoid masking the nutmeg and the lemon peel. Among the main courses, the one devoted to the “fifth quarter” of the veal has already become a classic: a fantastic cold salad made of innards cooked with anchovy sauce. The brains coated with cereals and the sweetbread coated with puffed rice, followed by a sauce of cow womb with beans and onion, are also superbly made. Don’t hesitate at the moment of ordering the Fassone beef: top quality raw material and perfectly raw. Or the suckling pig marinated with mustard and honey, served in rolls. We also recommend the hamburger, exquisite (unfortunately served only for lunch), with its aromatic bread (from Perino’s) and its delicious Angus beef mixed with smoked Cinta Senese pork ear (from Paolo Parisi’s). And to end up, try the different varieties of Piedmont cheese from L’Arbiora di Gian Domenico Negro.
         Since last winter (2010-2011), the chef’s culinary technique has made a leap forward, as the following dishes show: poached egg coated with asparagus served with a drop of cheese cream and crunchy pork belly from Paolo Parisi’s; the minimalist –but extremely refined and palatally precise– capon and endive salad with chestnut bread and citrus; or the incommensurable raviolis stuffed with innards lain over a layer of beans with sweet and sour red onion.
          In short, Il Consorzio rimes with pleasant atmosphere, good wines, simple cuisine made with good raw materials, good bread, excellent cold meats, homemade pasta, Fassone beef, fresh fish and Arbiora cheese. All this is proposed at a very reasonable price. What can seem obvious in some regions is something almost impossible in a big modern city.
          Tommaso already holds the future in his hands. He reached this with the passion he feels inside, which will definitely raise him to the highest spheres of gastronomy.



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Consorzio

Tommaso Baldassarri
Tommaso Baldassarri
Country: Italia
City: 10122 Torino
Address: via Monte di Pietà 23
mapa
(+39) 11 2767661
Closed: Sábado al mediodía y domingo.
Price: 45 €
Tasting menu:: 35 €


  • Uovo pochè impanato su asparagi con pancetta croccante
  • Uovo pochè impanato su asparagi con pancetta croccante
  • Maialino da latte marinato alla senape e miele con la sua rolata
  • Maialino da latte marinato alla senape e miele con la sua rolata
  • La carne cruda
  • La carne cruda

         Abierto desde el mes de noviembre de 2008, Il Consorzio se ha impuesto como la referencia más novedosa de la ciudad. Se ha convertido en el restaurante de la revolución llevada a cabo en Torino. “El restaurante revolucionario de Italia”, dice, nuestro amigo Cristian Bucci, cuyo trabajo lo lleva a recorrer medio mundo. Creado por Andrea Gherra y Pietro Vergano, dos treintañeros apasionados, este local alcanzó un éxito fulgurante sin recorrer, por muy increíble que parezca, a ninguna imitación: cuesta improvisar sin cultura ni animus pugnandi. Junto con Tommaso Baldassarri, chef de la región de las Marcas, crearon este establecimiento dotado de un ambiente sencillo, informal y juvenil de acorde con la profesionalidad, la calidad de la materia prima y la relación calidad/precio. Pietro, gran amante de los vinos y con las ideas muy claras sobre la “renaissance des AOC”, ha creado una carta de vinos única en su género, quizás no excepcional en cuanto a número de etiquetas pero muy variada geográficamente (Italia, Francia, España, Alemania). Propone botellas de pequeños pero excelentes productores artesanos, tanto desconocidos como con renombre en el mundo de la vinicultura, personajes sin clasificar u homologar, pero que resultan a menudo ser los mejores de su DOC. Prepárese, elija una zona o un viñedo, escuche su consejo y déjese guiar: no se arrepentirá. Los precios empiezan a partir de los 9 euros (para una botella de vino auténtico, artesano).
Apenas instalado en la mesa, es de rigor tomarse un Americano para el aperitivo: ¡estamos en Torino! Disfrute de este clásico en toda su magnitud (a 3,50€): 2 cubitos de hielo, 1 trozo de naranja sanguina, vermut amargo de Mauro Vergano (el tío de Pietro, un pequeño productor de chianti y vermuts en el casco antiguo de Asti: un producto fuera de serie), un chorro de soda en la mesa y… ¡a disfrutar! Para mayor gloria, pida un plato de anchoas españolas frescas recién salteadas sobre unas rebanadas de pan con mantequilla.
Andrea es la encargada de recitarnos el menú. Ella es quien conoce y selecciona la materia prima. Nuestros jóvenes marcan la diferencia precisamente en este punto: con su curiosidad, su pasión y su afán de aprendizaje, logran un nivel de competencia y de profesionalismo que pocos cocineros de su edad poseen, sobretodo en una ciudad de las dimensiones de Torino. La suya es una cocina de estructuras simples que prioriza muchas veces la degustación pura y dura de un producto 10. En el contexto actual, marcado por una gran confusión en el mundo de la restauración, esto puede resultar muy significativo. Como el pan, por ejemplo, hecho en casa a diario con harina biológica del molino Sobrino y con levadura madre: ¡una exquisitez!. Queda demostrado que no es necesario ir a un gran restaurante para tener un buen pan en la mesa. La selección de pescados también sorprende por la clarividencia de Andrea, que merece todas las ovaciones del público: nada de atún, pez espada ni lubina; solo pez espátula, dorada de anzuelo, ombrina y similares (pescadería Gallina) exclusivamente servidos con salsa tártara o asados.
          Muy bueno y, por encima de todo, original, el plato de embutidos (de la Cascina Savoiarda, en Roero) servido con delicioso pan con mantequilla de pasto. Tampoco hay que perderse el plato de carne cruda: tartar de salchicha de Bra elaborada con carne de Fassone al estilo de Albese y el tartar de Fassone (la calidad y el tamaño de la pieza, únicas en la ciudad, casi recuerda la maestría de Marsupino en Briaglia). La pasta fresca, en todas sus variedades, está hecha en casa artesanalmente. Aparte del cordero “Gobbo” relleno con carne y cocido en mantequilla fundida, Tommaso propone unos passatelli en caldo de capón, sin demasiado parmesano, para que se note la nuez moscada y la piel de limón. Entre los segundos, el plato dedicado al “quinto cuarto” bovino ya se ha convertido en un clásico: una fantástica ensalada fría de tripa cocida con salsa de anchoas. Asimismo, soberbiamente elaborados y fritos, los sesos rebozados con cereales y las mollejas rebozadas con arroz hinchado, seguidas por la matriz de vaca en salsa con judías y cebolla. No dude en pedir la costilla de buey Fassone: materia prima 10, cocción poco hecha 10. O el cochinillo marinado en mostaza y miel servido en rodillos. Asimismo recomendamos la hamburguesa, exquisita (desgraciadamente sólo servida al mediodía), con su pan aromático (de la panadería Perino) y, sobretodo, su exquisita carne de buey Angus mezclada con oreja de tocino de Cinta Senese ahumada (ambos de Paolo Parisi). Concluya sin miedo con los quesos piamonteses de L’Arbiora di Gian Domenico Negro.
         Para ser completo, cabe mencionar que desde el invierno pasado (2010-2011), la técnica culinaria del chef ha experimentado una evolución. Así lo evidencian platos como el huevo pochado rebozado sobre espárragos, servido con una gota de crema de queso y panceta crujiente de Paolo Parisi; la minimalista pero extremadamente pulida y palatalmente precisa ensalada de capón y chicoria con pan de castañas y cítricos; o los inconmensurables raviolis de tripa depositados sobre un lecho de habas con cebolla roja agridulce.
          En definitiva, Il Consorzio es sinónimo de ambiente jovial, buenos vinos, cocina simple elaborada con buenas materias primas, buen pan, excelentes embutidos, pasta casera, carne Fassone, pescado fresco et quesos Arbiora, todo ello a un precio razonable. Lo que puede parecer obvio en algunas regiones se ha convertido en algo casi imposible en una gran ciudad actual.
          El futuro ya le pertenece: lo ha conquistado con la pasión que lleva dentro y sin duda lo situará en la cumbre de la gastronomía.



7,5

L’ATELIER D’AKRAME

Akrame Benallal
Country: France
City: 75016 París
Address: 19, Lauriston
mapa
(+33) 0140671116
Closed: Samedi et Dimanche
Price: 40/80 €
Tasting menu:: 45 - 65 €


  • Wagyu con puré de brecol y sus ramilletes
  • Wagyu con puré de brecol y sus ramilletes
  • Risoto de almejas clams con aire de mantequilla de limón
  • Risoto de almejas clams con aire de mantequilla de limón
  • Atún marinado con soja y jenjibre
  • Atún marinado con soja y jenjibre
  • Bacalao fresco con persillade con risoto de patata y esferificaciones de puré
  • Bacalao fresco con persillade con risoto de patata y esferificaciones de puré de patata
  • Bogavante con zanahoria suavemente guisada, supuré y hoja de ostra
  • Bogavante con zanahoria suavemente guisada, supuré y hoja de ostra
  • Falda con un reducción caramelizada de mostaza a la antigua y fondo de carne
  • Falda con un reducción caramelizada de mostaza a la antigua y fondo de carne
  • Foie gras a la plancha con remolacha cocida, azucar moreno caramelizado y migas
  • Foie gras a la plancha con remolacha cocida, azucar moreno caramelizado y migas crujientes
  • Pera al tinto con granizado del mismo vino, sorbete de questo fresco y crujiente
  • Pera al tinto con granizado del mismo vino, sorbete de questo fresco y crujiente de aceitunas negras

Akrame Benallal et son épouse ont ouvert ce petit restaurant fonctionnel début 2011, dont le succès fut fulgurant. Pourquoi ? En raison de sa localisation, à cinq minutes à pied de l’Arc de Triomphe, certes, mais surtout en raison du fabuleux rapport qualité/prix. La formule proposée est par ailleurs très ouverte, adaptée à l’appétit et au portefeuille du convive, qui a le choix entre 2 plats à 25€, 3 plats à 35€, 4 plats à 45€ et 6 plats à 65€, apéritifs et dessert compris. Les vins sont également très abordables. Même le service, des plus affable, retient l’attention du visiteur. Le secret ? Le créneau choisi : haute cuisine possibiliste à portée de tous, pour tous les goûts et toutes les bourses. Le chef est un type intelligent qui sait interpréter les attentes et la demande de la société.
La cuisine marque la différence en toute discrétion. Sans faire étalage de complexités, elle est capable de se montrer importante, innovante et efficace. Des constructions dotées de peu d’éléments, mais intéressants, magnifiquement mis en relief. Le meilleur flanchet que nous ayons jamais mangé, servi rosé, juteux, extrêmement savoureux, comme un pavé d’entrecôte entremêlée de graisse, exclusivement accompagné d’une réduction caramélisée de moutarde à l’ancienne et de fond de viande. Notre plaisir fut tel, que nous en avons redemandé –et c’était notre sixième plat ! Dans la même ligne vint ensuite le pavé de bœuf wagyu, saignant, magnifiquement assaisonné, accompagné d’une prodigieuse purée de brocoli contenant de minuscules bouquets, faisant office à la fois de sauce et de garniture. La capacité du chef à articuler ses mets avec simplicité et audace s’est de nouveau manifestée à travers la morue fraîche proposée en filets chatoyants, extrêmement juteux, et rehaussée d’une persillade sur le dessus et d’un “risotto” de pommes de terre –au lieu de riz– al dente sur le dessous, le tout terminé par des chips de purée de pomme de terre ; pertinemment savoureux et original. Le style et les caractéristiques du chef pétillent de nouveau à travers le homard bleu rôti proposé avec les jus de sa carapace et de ses entrailles, une carotte légèrement mijotée, une purée de ladite racine, le tout imprégné d’une touche aigre-douce et d’une feuille d’huître. Le risotto de palourdes, encre d’encornets, tomate et air de beurre au citron, intense et élégant, s’avère également convainquant. La grosse escalope de foie gras à la plancha totalement recouverte d’un pavé de betterave cuite et assortie d’une purée de la potagère, d’un assaisonnement au sucre brun brûlé et de quelques mies de pain croquantes est synonyme de noblesse et d’étoffe.
Côté desserts –qui riment avec amabilité, plaisir et conviction–, Akrame confirme toutes les vertus précitées ainsi que son sens du goût inouï : poire au vin rouge servie avec un granité du même vin, sorbet au fromage frais et tuile aux olives noires. Une cuisine de haut vol dont l’avenir est prometteur, car si Akrame en est arrivé là à 30 ans, c’est qu’il peut encore nous réserver bien des surprises.



7,5

L’ATELIER D’AKRAME

Akrame Benallal
Country: France
City: 75016 París
Address: 19, Lauriston
mapa
(+33) 0140671116
Closed: Saturdays and Sundays
Price: 40/80 €
Tasting menu:: 45 - 65 €


  • Wagyu con puré de brecol y sus ramilletes
  • Wagyu con puré de brecol y sus ramilletes
  • Risoto de almejas clams con aire de mantequilla de limón
  • Risoto de almejas clams con aire de mantequilla de limón
  • Atún marinado con soja y jenjibre
  • Atún marinado con soja y jenjibre
  • Bacalao fresco con persillade con risoto de patata y esferificaciones de puré
  • Bacalao fresco con persillade con risoto de patata y esferificaciones de puré de patata
  • Bogavante con zanahoria suavemente guisada, supuré y hoja de ostra
  • Bogavante con zanahoria suavemente guisada, supuré y hoja de ostra
  • Falda con un reducción caramelizada de mostaza a la antigua y fondo de carne
  • Falda con un reducción caramelizada de mostaza a la antigua y fondo de carne
  • Foie gras a la plancha con remolacha cocida, azucar moreno caramelizado y migas
  • Foie gras a la plancha con remolacha cocida, azucar moreno caramelizado y migas crujientes
  • Pera al tinto con granizado del mismo vino, sorbete de questo fresco y crujiente
  • Pera al tinto con granizado del mismo vino, sorbete de questo fresco y crujiente de aceitunas negras

Akrame Benallal and his wife opened this little functional restaurant in early 2011. Its success was great and immediate, not only because of its good location, at five minutes walk from the Triumphal Arch, but principally because of the fabulous value for money. The offer is really flexible, depending on your appetite and on your wallet: 2 dishes for €25, 3 dishes for €35, 4 dishes for €45 and 6 dishes for €65, including appetizers and dessert. Wines are also affordable. Even the service is exceptionally affable. The nub of the matter is the kind of business Akrame has opted for: possibilistic cuisine for all, for all tastes and pockets. The chef is an intelligent man who is able to interpret the expectations and the demand of society. His cuisine distinguishes itself in a discreet way. It turns to be significant, innovative and effective but without showing off complexity. The constructions are made of few but interesting elements that are beautifully put together. The best skirt steak we had ever eaten, served rosy, juicy and very tasty, like a greasy piece of steak, exclusively accompanied with a caramelized reduction of old-style mustard and meat stock. We were so happy that we asked for more –although this was the sixth dish! In the same line, the thickly-cut wagyu steak, rare, beautifully seasoned, was served with a fabulous broccoli purée and tiny posies, which acted as sauce and garnish. The ability of the chef to create in a simple and daring way was expressed again through the fresh, iridescent and juicy cod filets, enhanced on the top with parsley and on the bottom with an al dente potato “risotto” –instead of rice–, finished with some crisps made of potato purée; pertinent and original tastes. The chef’s style and personality shined again through the blue lobster cooked with the juice obtained with its shell and innards and proposed with slightly baked carrots, carrot purée, a sweet and sour hint and oyster leaf. The clam risotto with baby squid ink, tomato and lemon butter air impresses the guest because of its intensity and its spectacular elegance. The thick grilled foie gras escalope, totally covered with another thick slice of cooked beet, served with beet purée and seasoned with burnt brown sugar and crunchy bread crumbs, is synonymous with nobility and substance. Regarding desserts –which rime with mildness, pleasure and conviction–, Akrame confirms his extraordinary savoir-faire and his very developed sense of taste: pear with red wine, iced red wine (same variety), green cheese sorbet and black live tile. This high level cuisine is irreversibly promising, because if Akrame has been able to reach this stage at the age of 30, imagine what he is up to!



7,5

L’ATELIER D’AKRAME

Akrame Benallal
Country: France
City: 75016 París
Address: 19, Lauriston
mapa
(+33) 0140671116
Closed: Saturdays and Sundays
Price: 40/80 €
Tasting menu:: 45 - 65 €


  • Wagyu con puré de brecol y sus ramilletes
  • Wagyu con puré de brecol y sus ramilletes
  • Risoto de almejas clams con aire de mantequilla de limón
  • Risoto de almejas clams con aire de mantequilla de limón
  • Atún marinado con soja y jenjibre
  • Atún marinado con soja y jenjibre
  • Bacalao fresco con persillade con risoto de patata y esferificaciones de puré
  • Bacalao fresco con persillade con risoto de patata y esferificaciones de puré de patata
  • Bogavante con zanahoria suavemente guisada, supuré y hoja de ostra
  • Bogavante con zanahoria suavemente guisada, supuré y hoja de ostra
  • Falda con un reducción caramelizada de mostaza a la antigua y fondo de carne
  • Falda con un reducción caramelizada de mostaza a la antigua y fondo de carne
  • Foie gras a la plancha con remolacha cocida, azucar moreno caramelizado y migas
  • Foie gras a la plancha con remolacha cocida, azucar moreno caramelizado y migas crujientes
  • Pera al tinto con granizado del mismo vino, sorbete de questo fresco y crujiente
  • Pera al tinto con granizado del mismo vino, sorbete de questo fresco y crujiente de aceitunas negras

Akrame Benallal and his wife opened this little functional restaurant in early 2011. Its success was great and immediate, not only because of its good location, at five minutes walk from the Triumphal Arch, but principally because of the fabulous value for money. The offer is really flexible, depending on your appetite and on your wallet: 2 dishes for €25, 3 dishes for €35, 4 dishes for €45 and 6 dishes for €65, including appetizers and dessert. Wines are also affordable. Even the service is exceptionally affable. The nub of the matter is the kind of business Akrame has opted for: possibilistic cuisine for all, for all tastes and pockets. The chef is an intelligent man who is able to interpret the expectations and the demand of society.
His cuisine distinguishes itself in a discreet way. It turns to be significant, innovative and effective but without showing off complexity. The constructions are made of few but interesting elements that are beautifully put together. The best skirt steak we had ever eaten, served rosy, juicy and very tasty, like a greasy piece of steak, exclusively accompanied with a caramelized reduction of old-style mustard and meat stock. We were so happy that we asked for more –although this was the sixth dish! In the same line, the thickly-cut wagyu steak, rare, beautifully seasoned, was served with a fabulous broccoli purée and tiny posies, which acted as sauce and garnish. The ability of the chef to create in a simple and daring way was expressed again through the fresh, iridescent and juicy cod filets, enhanced on the top with parsley and on the bottom with an al dente potato “risotto” –instead of rice–, finished with some crisps made of potato purée; pertinent and original tastes. The chef’s style and personality shined again through the blue lobster cooked with the juice obtained with its shell and innards and proposed with slightly baked carrots, carrot purée, a sweet and sour hint and oyster leaf. The clam risotto with baby squid ink, tomato and lemon butter air impresses the guest because of its intensity and its spectacular elegance. The thick grilled foie gras escalope, totally covered with another thick slice of cooked beet, served with beet purée and seasoned with burnt brown sugar and crunchy bread crumbs, is synonymous with nobility and substance.
Regarding desserts –which rime with mildness, pleasure and conviction–, Akrame confirms his extraordinary savoir-faire and his very developed sense of taste: pear with red wine, iced red wine (same variety), green cheese sorbet and black live tile. This high level cuisine is irreversibly promising, because if Akrame has been able to reach this stage at the age of 30, imagine what he is up to!



7,5

L´Atelier d´Akrame

Akrame Benallal
Country: France
City: 75016 París
Address: 19, Lauriston
mapa
(+33) 0140671116
Closed: Sábados y Domingos
Price: 40/80 €
Tasting menu:: 45 - 65 €


  • Wagyu con puré de brecol y sus ramilletes
  • Wagyu con puré de brecol y sus ramilletes
  • Risoto de almejas clams con aire de mantequilla de limón
  • Risoto de almejas clams con aire de mantequilla de limón
  • Atún marinado con soja y jenjibre
  • Atún marinado con soja y jenjibre
  • Bacalao fresco con persillade con risoto de patata y esferificaciones de puré de
  • Bacalao fresco con persillade con risoto de patata y esferificaciones de puré de patata
  • Bogavante con zanahoria suavemente guisada, supuré y hoja de ostra
  • Bogavante con zanahoria suavemente guisada, supuré y hoja de ostra
  • Falda con un reducción caramelizada de mostaza a la antigua y fondo de carne
  • Falda con un reducción caramelizada de mostaza a la antigua y fondo de carne
  • Foie gras a la plancha con remolacha cocida, azucar moreno caramelizado y migas
  • Foie gras a la plancha con remolacha cocida, azucar moreno caramelizado y migas crujientes
  • Pera al tinto con granizado del mismo vino, sorbete de questo fresco y crujiente
  • Pera al tinto con granizado del mismo vino, sorbete de questo fresco y crujiente de aceitunas negras

Akrame Benallal abrió a principios del 2011, junto a su mujer, este pequeño y funcional restaurante, que ha obtenido un éxito fulgurante. Las razones no son otras que la ubicación, a cinco minutos andando del Arco del Triunfo; eso cuenta pero el éxito hay que fundamentarlo en lo fenomenalmente que se come y lo barato que resulta. La fórmula, además, esta muy abierta, en función del apetito y la cartera se puede optar por 2 platos a 25 €, 3 platos a 35 €, 4 platos a 45 € y 6 platos a 65 €, siempre con aperitivos y postre. Los vinos, además, también resultan asequibles. Y hasta el trato llama la atención por su afabilidad. El quid de la cuestión está en el modelo de negocio: alta cocina posibilista al alcance de todos, de todos los gustos y bolsillos. El chef es un hombre inteligente que sabe interpretar los deseos y la demanda social. La cocina marca la diferencia sin algaradas. Sin alardes de complejidad, sabe ser importante, novedosa y efectiva. Construcciones con pocos e interesantes elementos magníficamente consumados. La mejor falda que jamás hayamos comido; servida sonrosada, jugosa y con mucho gusto, como un pedazo de chuleta entreverada de grasa con un único complemento: una reducción caramelizada de mostaza a la antigua y fondo de carne. Tal fue el alegrón que repetimos, y era el sexto servicio. El similar línea el pedazo de wagyu, sangrante, magníficamente condimentado, que se engalana con un portentoso puré de brécol con diminutos ramilletes, como si fuese salsa y guarnición a la vez. Que el chef sabe articular con sencillez y audacia volvió a quedar patente en el bacalao fresco, de láminas tornasoladas, servido en jugosísimo lomo, que aparece potenciado en su parte superior con una persillade, en la inferior por un “risotto” de patata, no de arroz, al dente, rematando la escenificación con unas láminas secas de puré de patata; ciertamente sabroso y distinto. El estilo y las características vuelven a relucir en el bogavante azul asado con los jugos de su caparazón e interiores, zanahoria suavemente guisada, un puré de idéntico sabor y color, impregnado de un toque agridulce y una hoja de ostra. El risotto de almejas, tinta de chipirón, tomate y aire de mantequilla de limón llega por su intensidad y llamativa puesta de largo. Nobleza y enjundia, enjundia y nobleza, posee el grueso escalope de foie gras a la plancha completamente cubierto por otro pedazo de remolacha cocida, con un puré de esta, un sazonamiento de azúcar moreno requemado y unas migas de pan crujientes. Por lo demás, Akrame refrenda su extraordinario oficio y su desarrollado sentido del gusto en los postres, amables, placenteros, ciertamente convincentes, como es el caso de la pera al tinto con granizado del mismo vino, sorbete de queso fresco y crujiente de aceitunas negras. Esta culinaria tiene mucho nivel y un ascendente futuro, ya que no es fácil llegar a donde ha llegado a los treinta años.



Fran Martínez

Maralba, Otra Cocina Joven Con Mucho Presente.

    En esta últimas semanas hemos hablado de tres grandes jóvenes: José Antonio Sánchez “Els Vents”, en Alicante; Saúl Gómez “Blue Gallery”, en Burgos y Ricardo Glez. Sotres “El Retiro”, en Llanes. Hoy el protagonista es un manchego llamado Fran Martínez. Bravo por Fran,  uno de los jóvenes con más presente y futuro del panorama gastronómico español. Un valor al alza para la renovación generacional que requiere la cocina española si no quiere terminar arteriosclerótica. Él fue ya valiente hace unos cuantos años apostando por el restaurante solemne y la cocina de vanguardia. Hoy esta en un evolucionismo inteligente, que persigue un arte posibilista, llamado a sintonizar con el gran público. Recrea la memoria histórica con una sopesada imaginación que logra marcar la diferencia preservando las esencias manchegas. Tendencia mayoritaria que se alterna con licencias más o menos impactantes. Estamos, pues, ante una coquinaria ecléctica y no por ello personal,  muy personal, el criterio está ahí,  marca la diferencia, estamos ante un autor, y ante un corredor de fondo. Un cocinero con experiencia, técnica, ideas, buen gusto… que ha compartido tiempo y conocimientos, antes de establecerse con  Xavier Sacristá,  Martín Berasategui y Pepe Rodríguez.
    Los snacks aúnan texturas contemporáneas y sabores de siempre; es el caso del escultural y consumado pimiento corneta seco y frito, del sabroso crujiente de gachamiga serrana impregnado de pieles de sardina salada, del sustancioso y placentero ajo pringue manchego con pan tostado, de la impecable terrina de conejo en suavísimo escabeche,  de las sardinas apenas marinadas en sal y crudas con mojete y de las exquisitas judías fritas en tempura. No acaba ahí el esfuerzo y la entrega del chef en los aperitivos, también los ofrece más rompedores, que no originales, pues la fantasía siempre borbotea y depara alto voltaje en boca  con las bolitas de pepino confitadas en aceite de oliva  con granos  de mostaza a la antigua.
    Muchos y relevantes platos. El primero de todos la caballa, como las sardinas antes citadas, crudas, o lo que es lo mismo, en semicuración de sal, inmaculadas, un 10, con pimientos y berenjenas, además de jugo de cebolla, en una composición que rememora la escalibada, por aquello de los complementos. Muy audaz la versión de los calamares en su tinta, preciosista puesta en escena en blanco y negro, en el que el cefalópodo se presenta en múltiples texturas: picado en brunoise -tiernísimo-, asado -delicadamente elástico- y gelatinoso en el  canelón confeccionado con sus tintas, todo exaltado sutilmente con los amargos que brindan  las almendras y la leche de almendras, además de con acentos conmovedores que aportan la  haba tonga y el  limón. Un trabajo ímprobo que nos brinda diferentes características sápidas  de este manjar según cortes y hechuras. En verdad, sobresaliente. La yema de huevo de corral  a la sartén, insólitamente “a la plancha”,  con papada de cerdo ibérico y jamón, sobre una royal de judías verdes es la creación de la que se siente más orgulloso el chef. Si lograse servirla caliente en vez de tibia, todavía sería más meritoria, ya que potenciaría aún más los sabores. Desgarrador y atrevido, atrevido y desgarrador, el cabracho, de carnes prietas y expresivas, dadas mayor oceanidad con un guiso de patatas y algas a la plancha. Un suquet de nuevo cuño. No le va a la zaga el jogosísimo salmonete con expresiva emulsión de tomate asado y sofrito de sus hígados.  Formidable el capitulo de carnes, llevándose la palma la interpretación que de la lata de cabeza de cordero hace el artista, donde se refina hasta límites inimaginables la testa del animal, con sus partes amortiguadas por la mezcla y a la vez evidentes. Si le gusta la cabeza del cordero, échese al pajar, y a follar hasta que no pueda más. Y todavía mejor la grandiosa paloma torcaz, la mejor que se pueda comer en España, fresca, de carnes tiernas y sangrantes, con un sabor salvaje, que se ofrece con sabiduría en forma de ravioli de parfait de sus interiores y enarbolando la  bandera de la tierra que vio nacer a este campeón de las perolas: un sedoso  jugo de gazpacho manchego.

02640 Almansa. (Albacete). Violeta Parra, 5. Tel.: 967312326. E-mail: restaurantemaralba@gmail.com
Domingos noche, lunes noche y martes todo el día Menús Degustación: 38 y 52 €

  • Canelón de calamar en su tinta con crema de almendras tiernas.
  • Canelón de calamar en su tinta con crema de almendras tiernas.
  • Lata de cabeza de cordero en su piel de patata con escalivada y jugo de su asado
  • Lata de cabeza de cordero en su piel de patata con escalivada y jugo de su asado.
  • Nuestro pisto manchego sardina marinada envuelta en tomate de nuestra conserva,
  • Nuestro pisto manchego sardina marinada envuelta en tomate de nuestra conserva, aceituna negra, pisto manchego e infusión de tomillo.