Situato nel centro di Treiso questo bel locale, un po' bar, un po' enoteca ma soprattutto ristorante, e' la creazione di Guillermo Field. Il giovane messicano (32 anni) ha iniziato questa avventura nel 2008 con successo immediato e meritato, dopo un periodo passato al più famoso 'Ciau del Tornavento'. Lavorando con grande impegno e passione e' riuscito da subito a portare il suo ristorante all'onore delle cronache: e' questo uno dei ristoranti della new wave che si sta vivendo in questi anni nella zona di Alba. Oltre ai classici ristoranti locali, si sono via via aggiunti altri indirizzi i cui cuochi non sono nativi di Alba, ma che qui sono venuti ad esprimere il loro talento portando nuove tecniche, nuovi prodotti (come il pesce di mare), nuovi profumi pur conservando la materia prima locale nonché le ricette classiche albesi. In una parola hanno portato quell'esperienza in più che permette ad un territorio di uscire dal provincialismo per incontrare il mondo. Memo, come lo chiamano gli amici, coinvolge nel suo progetto lo chef francese di Bretagna Gwendal Pinon e la sua fidanzata Sara (lei si! e' di Treiso). Assieme propongono una cucina veramente piacevole, fresca, giovane nel modo di proporsi e mai retorica o banale. Di sostanza, non troppo rustica comunque ben eseguita e non pesante.
Iniziamo con una insalatina in bicchiere di cavolo verza, cavolo viola, patate e pomodorino ciliegia: colorata, vivace e fresca. Poi un bel tortino di pasta sfoglia ripieno di seppie e piselli, oppure un classico del locale: fegatini di coniglio su cipolle fritte e spinaci. Tra i primi sono cotte al dente le tagliatelle all'uovo con carciofi e gamberi, più gourmande la pasta al forno con ricotta, spinaci e nocciola in granella ma sono buoni anche gli gnocchi di farina di castagna con scaglie di formaggio pecorino. Tra i piatti di resistenza segnaliamo una bella lingua con bagnetto rosso aromatizzato al chile habanero in maniera fine ed intelligente con patate fritte pont neuf. Il piatto che maggiormente ci ha soddisfatto e' stato l'involtino di retina di maiale ripieno di animelle e batsua' (tipico piemontese: piedini di maiale in agrodolce) su purée: succulento, dal gusto pieno, denso ed appagante. Un vero piacere! Buoni i desserts, sono ben cucinati e non vi appesantiranno: panna cotta eseguita a regola d'arte senza colla di pesce oppure il fragrante tortino di pate sablée con chantilly ed arancia.
L'appassionato di vino troverà pane per i suoi denti: siamo nel cuore della zona del Barbaresco e Memo e' un grande conoscitore ed appassionato di vino. E' un professionista vero, scegliete insieme a lui in base alle vostre preferenze o fatevi guidare se siete curiosi. Sceglierà sempre una bottiglia che vi soddisferà ricordandosi, anche a distanza di molto tempo, cosa vi ha servito in una precedente visita, sorprendendovi con l'annata nuova o con un vino in qualche modo relazionabile a quello provato in passato. Prima di un importante barbaresco di Bruno Rocca, Memo ci ha servito lo spumante metodo classico ed il nebbiolo di una piccola cantina non alla moda: Cascina Baricchi di Neviglie (CN). Entrambi ottimi, fuori dalle righe e dal prezzo interessante: non mancateli!
Profumo Divino e' un locale attuale, moderno, con una formula vincente. Orario flessibile e lungo essendo bar, wine bar e ristorante. Tocca diversi tipi di clientela. L'ambiente non e' lussuoso ma sobrio, luminoso, pulito, spazioso (spazio tra i tavoli). C'e' professionalità a tutti i livelli, dalla presentazione all'esecuzione con un rapporto qualita' prezzo fantastico. Bravi!